La crisi energetica ed economica innescata dalla pandemia prima e alimentata dalla guerra in Ucraina adesso, sta mettendo a rischio la tenuta non solo delle famiglie, ma anche degli enti pubblici. I Comuni, grandi e piccoli, stanno avendo non poche difficoltà con gli aumenti dei costi dell’energia per le sedi della pubblica amministrazione, a partire dalle scuole, o i costi relativi all’illuminazione pubblica. La contrazione delle risorse nei bilanci, a seguito degli aumenti dei costi dell’energia elettrica, sta costringendo ad esempio molti Comuni a ridurre temporalmente l’accensione dell’illuminazione pubblica stradale, con conseguenze non banali anche sulla sicurezza della cittadinanza. Nonostante tutti gli accorgimenti adottati negli ultimi anni per efficientare le sedi pubbliche e la stessa illuminazione, con risparmi utili e importanti. Le stime di previsione sono impietose e attestano un incremento dei soli costi energetici pari al quaranta per cento circa. E il Comune di Agnone non è immune da queste problematiche ed ha subito infatti un rincaro di costi per le spese energetiche di ben 250mila euro.
Lo ha annunciato lo stesso sindaco Daniele Saia. «La crisi economica e sociale che stiamo vivendo, – ha spiegato il primo cittadino – si ripercuote su tutte le famiglie, ma anche sugli enti pubblici. L’aumento dei costi energetici ha colpito il nostro ente in maniera pesante: abbiamo avuto aumenti di circa duecentocinquantamila euro che tuttavia siamo riusciti, attraverso un’attenta programmazione, a non far pesare sui cittadini mediante la tassazione». Un quarto di milione di euro, dunque, questa è la spesa in più che il Comune di Agnone dovrà affrontare per far fronte ai costi energetici di gestione. E se è vero che non saranno soldi che dovranno uscire immediatamente dalla tasche degli agnonesi, come si è affrettato a spiegare Saia, è altrettanto vero che sempre di soldi pubblici si tratta. Tra gli effetti nefasti della crisi economica e dei rincari anche la chiusura della piscina, che per la comunità di Agnone ha rappresentato un duro colpo, anche psicologico.
«Questa crisi ha portato, purtroppo, alla sospensione momentanea di un servizio fondamentale per il nostro territorio, quello della piscina. – ha spiegato Saia – La società che gestisce l’impianto ha dovuto rinunciare proprio a causa degli elevati costi energetici. Come amministrazione comunale cercheremo di porre rimedio a questa situazione con un intervento che stiamo già mettendo in atto di miglioramento strutturale ed energetico. Ci auguriamo, nei prossimi mesi, di risolvere questo problema». «Siamo impegnati, da mesi, in tutta una serie di azioni di progettazione per rispondere a tutti i bandi che stanno uscendo relativamente al Piano nazionale di ripresa e resilienza, – ha continuato il numero uno dell’amministrazione – perché non vogliamo far perdere alcuna occasione al nostro territorio. E intanto abbiamo appaltato circa cinque milioni di euro per vari interventi, quali il risanamento idrogeologico di località Fonte Sambuco, l’interpoderale che porta verso Vastogirardi, lo studio di progettazione del terzo lotto della fondovalle Verrino. In ambito Snai siamo riusciti ad ottenere circa dodici milioni di euro per i prossimi sette anni che andranno spesi su sanità, scuola e trasporti, proprio perché il nostro territorio ha bisogno di servizi per far rimanere sul posto le persone che lo vivono e magari attrarre altri di ritorno».