Se un problema, quello del medico a bordo del 118, sembra essere stato risolto, almeno nell’immediato, c’è ben poco da stare allegri, perché le criticità a carico dell’ospedale di Agnone sono diverse ed emergeranno con forza già nelle prossime settimane.
«L’organizzazione del servizio di emergenza urgenza così come è stato pensato e proposto dalla direzione dell’Asrem non è fattibile, né idonea al nostro territorio. Ma la realtà è un’altra: ad Agnone e all’Alto Molise serve un pronto soccorso, perché ci stanno vendendo qualcosa che non esiste, visto che ad oggi non abbiamo un pronto soccorso».
Così l’assessore al sociale del Comune di Agnone, Enrica Sciullo, che nei giorni scorsi ha preso parte all’incontro pubblico sul tema della sanità e della demedicalizzazione del 118 di Agnone, organizzato dai consiglieri regionali Greco, Primiani e Romano. L’assessore, presente anche la collega Amalia Gennarelli in rappresentanza dell’amministrazione comunale agnonese, ha precisato di rilasciare quelle dichiarazioni in qualità di presidente del comitato civico “Il Cittadino c’è“.
«Il problema emerso in questi giorni, con la demedicalizzazione dell’ambulanza, – ha spiegato la presidente e assessore – deriva proprio dal fatto che non abbiamo un pronto soccorso, perché non abbiamo medici sufficienti per garantire quel servizio. Stanno trasformando gli equipaggi delle ambulanze in assetto “India”, quindi senza medico a bordo, in tutta Italia, ma se come dice Asrem si può sopperire con l’auto medica, allora quell’auto medica deve stare ad Agnone, che è centrale rispetto a tutto il territorio dell’Alto Molise».
L’assessore Sciullo ha anche toccato il tema numerico e qualitativo delle richieste di accesso all’emergenza urgenza, tra l’altro già portate all’attenzione dei cittadini dalla dirigenza Asrem. In base a quei dati almeno il settanta per cento degli interventi del 118 risulta poi essere non necessario, perché si tratta magari di un codice verde o bianco addirittura. «In altre regioni quelle prestazioni con quei codici verdi e bianchi sono a pagamento. – ha sottolineato Enrica Sciullo – Ribadisco tuttavia che per assicurare l’adeguata copertura di quel trenta per cento di interventi che sono realmente di emergenza-urgenza l’auto medica, cioè con il medico a bordo, deve stare ad Agnone e partire da Agnone».
Altro tema delicato quello della Dialisi dell’ospedale di Agnone. «I vertici Asrem ci hanno parlato del posto tecnico di dialisi, – ha ripreso l’assessore – ma tutti si sono distratti evidentemente, perché forse nessuno sa bene cosa significhi. Il posto tecnico di dialisi vuol dire, ve lo spiego io, non avere più il medico, con il tutto che sarà gestito da infermieri. Il posto tecnico è questo, solo infermieri, che certo hanno tutte le capacità e competenze, ma non ci sarà più un medico in dialisi. Al momento c’è il medico, ma ci sarà finché dura».
Si tratta del nefrologo Mastrangelo, di Castiglione Messer Marino, che da solo, da decenni, porta avanti il reparto Dialisi del “Caracciolo” come dirigente. Gli hanno promesso un sostituto e un altro medico da affiancare prima della pensione, ma evidentemente le chiacchiere dell’Asrem sono rimaste tali, senza tradursi in nulla di concreto. Aspettano che il dottore Mastrangelo vada in pensione per declassare la Dialisi attuale in un “posto tecnico di dialisi”, senza più un medico appunto, come ha spiegato chiaramente la assessore Enrica Sciullo.
La stessa presidente del comitato “Il Cittadino c’è” ha poi toccato un altro tema dolente e delicato del servizio sanitario traballante offerto dai top manager dell’Asrem ai cittadini di terza categoria dell’entroterra montano: quello del pediatra. Dopo il pensionamento dell’ultimo pediatra di libera scelta, infatti, l’Alto Molise è rimasto senza medico per i bambini. Un fatto gravissimo, rimbalzato anche sulla stampa nazionale, ma rispetto al quale l’Asrem non ha saputo né voluto prevedere soluzioni. «Così come i pediatri che “girano” tra Isernia e Campobasso il tempo per venire a fare ambulatorio privato ad Agnone lo trovano, lo potrebbero trovare per assicurare anche l’ambulatorio pubblico una volta al mese sul nostro territorio. – ha aggiunto l’assessore – Certo si devono incentivare e quindi si devono trovare altre risorse. Che tra l’altro si trovano per tutte le altre cose, anche per gli assessori esterni per dire, e allora che li trovino anche per un territorio come il nostro».