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  • Il Wyoming gun friendly “apre” alle armi italiane

    Una delegazione del Wyoming Business council (WBC) ha incontrato i soci del ConArmI-Consorzio armaioli italiani di Gardone Val Trompia (BS), per valutare reciproche opportunità commerciali e produttive.

    La delegazione del Wyoming Business council (WBC), agenzia ufficiale per lo sviluppo economico del Wyoming (USA), è stata in visita a Gardone Val Trompia, cittadina bresciana nota per la produzione d’eccellenza di armi sportive. La missione, con il tema “Wyoming: opportunità globali in crescita”, aveva già visto una serie di incontri commerciali e diplomatici a Londra per il World Agri-Tech Innovation summit e a Milano. La delegazione era composta da 11 persone, guidata da Brandon Marshall, direttore della divisione servizi del WBC, Chance Price, responsabile business recruitment WBC, Rachelle Zimmerman, responsabile business recruitment di Cheyenne Leads.

    Zimmerman e Price hanno spiegato che il Wyoming è uno dei principali stati produttori di armi da fuoco negli Stati Uniti: tra le 53 aziende del settore che vi hanno sede, Weatherby e Stag arms, vi si sono trasferiti da circa 5 anni, e Magpul vi produce accessori e componenti. Lo stato è del tutto gun friendly, i cacciatori sono numerosi e il possesso di armi non è ostacolato, nel pieno rispetto del secondo emendamento.

    La delegazione si è recata a Gardone da Milano proprio per entrare in contatto con aziende del settore delle armi da fuoco per scambi e informazioni commerciali. A gestire l’incontro, ConArmI-Consorzio Armaioli italiani, dal 1975 l’associazione di categoria che raccoglie 200 tra produttori di armi e accessori per armi, armerie, società di servizi e aziende dell’indotto. Suo obiettivo, oltre alla tutela del comparto armiero, proprio la promozione dell’eccellenza italiana nel mondo e il supporto organizzativo per fiere internazionali. Sia il vice presidente di ConArmI, Massimo Tanfoglio, sia il presidente Pierangelo Pedersoli, hanno sottolineato che la richiesta del Wyoming rende consapevoli una volta di più dell’importanza delle produzioni localizzate a Gardone.

    Alcune delle aziende che aderiscono a ConArmI negli anni hanno già impiantato stabilimenti produttivi o uffici di rappresentanza negli Stati Uniti, che rappresenta di gran lunga il primo partner commerciale della produzione armiera italiana, leader europea del settore, con oltre un milione di armi sportive prodotte nel 2023.

    Il Wyoming, rinomato per i suoi paesaggi, i grandi spazi aperti e la ricchezza di risorse naturali, si presenta come un eccezionale motore dello sviluppo economico e del commercio internazionale. L’economia dello Stato è solida, trainata da settori chiave come l’energia, l’agricoltura, l’agtech, la produzione e il turismo. L’Università del Wyoming promuove l’innovazione e fornisce una forza lavoro qualificata. I college garantiscono sostegno alla formazione industriale e il Wyoming Workforce development training fund offre ogni anno sovvenzioni di formazione fino a 3.000 dollari per dipendente.

    I circa 600 mila abitanti del Wyoming sono noti negli States per il loro spirito imprenditoriale e la forte etica del lavoro. Lo stato, un po’ più grande dell’Italia, è caratterizzato da una bassa pressione fiscale e un’elevata efficienza normativa, attira le aziende interessate a sfruttare le sue risorse naturali e la sua posizione strategica negli Stati Uniti centro-occidentali. Più di 215 datori di lavoro internazionali hanno sedi nel Wyoming e il 3,9% di tutti i posti di lavoro è riconducibile a investimenti diretti esteri, di questi, il 38% è nel settore manifatturiero.

    «Siamo molto felici di questa opportunità per i nostri associati: si è trattato ovviamente di un primo, proficuo incontro conoscitivo con alcuni dei nostri associati», ha spiegato ancora il presidente del ConArmI, Pedersoli. «Le aziende del settore armiero intrattengono da sempre ottimi rapporti con gli Stati Uniti e nel Wyoming potrebbero trovare ulteriore linfa per i propri prodotti, considerando le facilitazioni prospettate, cui non siamo certo abituati alle nostre latitudini, dove le nostre produzioni d’eccellenza vengono osservate sempre con sospetto».

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