Svegliamoci, Agnone! È quanto gridava, nel 1997, il compianto senatore DC e già sindaco di Agnone, Remo Sammartino, di fronte al pericolo che il “suo” ospedale, sorto nel 1952, potesse essere smantellato. Un pericolo che, purtroppo, si sta materializzando in questi mesi. In una lettera aperta (riportata sul libro ‘Parole al vento’, ndr), Sammartino denunciava con forza il disegno calato dall’alto, dalla Regione: privare Agnone di un presidio sanitario che quella comunità si era costruita da sé, senza che nessuna legge glielo imponesse.

Un ospedale che per oltre cinquant’anni era stato un punto di riferimento per un vasto territorio, che ora si vede privato di un diritto fondamentale: la salute. È una situazione che egli considerava il frutto di una cultura puramente contabile, che calpesta le persone per salvare i bilanci. “È il trionfo del materialismo – affermava – che colpisce per prime le aree più deboli”, quelle che non contano sulle forze per farsi valere. Sammartino ricordava come, per costruire quella struttura, la comunità aveva messo a disposizione terreno, fondi, impegno, senza attendersi che qualcuno glieli portasse dal cielo. Oggi, quella generosità è ripagata dal disinteresse delle istituzioni, che preferiscono tagliare senza guardare alle persone.
È emblematico quanto egli sottolineava: “Dov’è finita la politica in funzione sociale? Come mai si salvano le ferrovie che non danno utile, ma si taglia un ospedale che serve a salvare delle vite?” Il già parlamentare e sottosegretario di Stato (Governo Mariano Rumor, ndr), metteva in guardia dal pericolo che, una dopo l’altra, le strutture che danno respiro alle aree interne venissero smantellate, a partire dalla sanità. “Svegliamoci, signori! – ammoniva – il rischio è grosso. I piani sono stati già fatti, e vanno tutti a nostro sfavore. Dopo averci privato delle principali responsabilità, l’ospedale sarà ridotto a poco più di un ambulatorio. E questo alla faccia di De Gasperi, il cui Governo ce lo diede, e di coloro che si privarono delle loro terre per costruirlo.”

È per questo che Sammartino chiamava tutta Agnone a combattere, a non restare in silenzio, a non fingersi inconsapevole. La situazione è drammatica, ma può essere contrastata. Come egli disse: “Svegliamoci, perché domani sarà troppo tardi.”

Sammartino denunciava anche come l’amministrazione regionale stesse prendendo in giro la popolazione con la promessa di una Residenza Sanitaria per Anziani (RSA) ad Agnone. “È però evidente che questa la vedremo se e quando sarà terminato l’ospedale nuovo – ammoniva -. E per coloro che conoscono l’andamento delle opere pubbliche, è fin troppo facile fare delle fosche previsioni.” È paradossale che, nel 1991, Agnone avesse presentato un progetto per costruire quella residenza per anziani, individuando il terreno, ottenendo le autorizzazioni e richiedendo i fondi, per poi vedersi rispondere dalla Regione che le risorse andavano all’iniziativa Isernia-Pesche. Sammartino non usava giri di parole: quella risposta era “insolente”. Magra soddisfazione per il sindaco e per tutta la comunità.