È stato costituito il CIVIS (il Coordinamento interassociativo volontari italiani sangue) della Regione Abruzzo. La decisione è giunta a margine della riunione nella sede AVIS di Pescara a cui hanno partecipato tutte le realtà impegnate sul territorio per promuovere la cultura del dono: AVIS Regionale Abruzzo, con il presidente Guerrino Fosca; Croce Rossa Italiana, con Maria Mucciante; ADOS Lanciano, con Giovanni Petragnani; Donatorinati Abruzzo con Graziano Morresi; FIDAS Abruzzo, con Luigi Corradetti.
Primo portavoce dell’organismo sarà Pasquale Colamartino (a sinistra in foto di apertura, ndr), componente del Consiglio Nazionale di AVIS e già direttore del Centro regionale sangue, nonché membro del comitato direttivo del Centro nazionale sangue: «L’istituzione del CIVIS rappresenta un traguardo molto importante per la vita e il destino del sistema trasfusionale abruzzese – ha dichiarato – Si è trattato di una decisione quasi naturale, in quanto era da diversi anni che le associazioni locali stavano lavorando fianco a fianco per attuare strategie comuni finalizzate al supporto delle attività trasfusionali e al raggiungimento dell’autosufficienza regionale. Per me e per tutti noi è una soddisfazione enorme. Personalmente accolgo con entusiasmo e con grande onore il ruolo che i presidenti hanno deciso di affidarmi: una scelta che va in continuità con quanto stava avvenendo in qualità di direttore del Centro regionale sangue. Il mio e nostro obiettivo è sempre stato quello di coordinare al meglio le attività e rafforzare l’unione tra le associazioni: le sfide, soprattutto in questo settore, non finiscono mai ed è quindi fondamentale avere la possibilità di presentarsi ancora più uniti quando si dialoga con le istituzioni. La classe dirigente abruzzese si è confermata ancora una volta preparata, proattiva e piena di idee: sarà un piacere continuare a lavorare insieme».
Ematologo e allergologo, Colamartino è stato anche, insieme al direttore uscente del Centro nazionale sangue, Vincenzo De Angelis, fra gli interlocutori tecnici che hanno scritto l’impianto su cui ancora oggi si incardina il sistema sangue nazionale: la legge n°219 del 2005.