Una ricerca pubblicata dall’Huffington Usa sui 12 migliori posti al mondo in cui andare a vivere o ritirarsi in pensione, premia l’Abruzzo. A convincere il quotidiano statunitense sono state le spiagge dorate, il mare e le tante montagne (Sul territorio ci sono quattro parchi: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco nazionale della Majella e il Parco regionale Sirente Velino). A seconda della stagione si può sciare o fare il bagno. La regione Abruzzo, al quinto posto della classifica, agli occhi degli americani sembra essere uno dei tesori segreti d’Italia. Un risultato dovuto al mancato sovraffollamento, dal fatto che non ci sono industrie pesanti, ma solo castelli, vigneti e villaggi in pietra. Questa terra non è cambiata molto spiega nell’articolo Kathleen Peddicord. Vecchie signore in grembiule se ne stanno sedute fuori di casa a spettegolare sul resto del paese mentre sistemano le cipolle a mo’ di trecce. I ragazzi giocano a calcio all’aperto e non bivaccano sul divano con un joystick in mano. Le famiglie sarebbero più orientate a fare acquisti nei mercati all’aperto e meno negli ipermercati e se non producono vino, lo comprano dai vigneti locali. In Abruzzo, il cibo è una componente importante. Nella maggior parte delle trattorie le pietanze sono cucinate in casa, proprio come facevano le nonne. Sulla costa, i piatti tipici sono a base di pesce, mentre nell’entroterra primeggia il capretto al forno, l’agnello e la carne di cinghiale. In questa regione, conclude Peddicord, una coppia può vivere la propria pensione con meno di duemila dollari al mese, affitto compreso. Al primo posto tra le regioni dove si vive meglio c’è Algarve (Portogallo), seguono: Cayo (Belize), Medellin (Colombia), Pau (Francia), l’Abruzzo, George Town (Malaysia), Las Terrenas (Repubblica Domenicana), Cuenca (Ecuador), Chiang Mai (Thailandia), Puerto Vallarta (Messico), Granada (Nicaragua) e City Beaches (Panama).
Da sottolineare che tra i punti di forza dell’Abruzzo c’è anche la carne di cinghiale la cui commercializzazione è però vietata, come anche il consumo nei ristoranti.
Quindi l’Abruzzo conquista il quinto posto dell’importante classifica anche per merito del cinghiale, cioè di quello che ad oggi in regione è ancora considerato un problema anziché una risorsa.