L’Associazione “Unione Forestali, Carabinieri e Diritti” (UNFORCED) ha dato mandato al suo avvocato, Egidio Lizza del Foro di Roma, di verificare la sussistenza di una omissione nel versamento dei contributi previdenziali da parte dello Stato agli ex appartenenti del Corpo Forestale dello Stato, con valutazione degli eventuali profili di rilevanza penale.
“Sta emergendo in queste ultime settimane – spiega l’avvocato Lizza – una situazione di forte preoccupazione per tutti i dipendenti dell’ex Corpo Forestale dello Stato: in alcuni casi si sarebbe verificato l’omesso versamento di contributi previdenziali da parte dell’allora amministrazione del CFS e stiamo verificando se la incompletezza della posizione contributiva abbia interessato la generalità dei lavoratori”.
Una ennesima conseguenza, inverosimile per una Forza di Polizia, scaturita dalla scelta, operata all’epoca dai vertici di Carabinieri e CFS, di concludere l’assorbimento disposto dalla legge Madia ad ogni costo ed a qualunque prezzo, nel rispetto dei tempi dettati dal Governo Renzi più che dal buon senso, e a dispetto della completezza della documentazione amministrativa che accompagna ciascun dipendente.
“Ferme restando le responsabilità, che potrebbero avere anche rilevanza penale, in capo alla dirigenza del Corpo Forestale dello Stato, è sconcertante il fatto che l’Arma dei Carabinieri, subentrata nei rapporti attivi e passivi al CFS, non abbia ancora dimostrato concretamente di voler risolvere il problema sollevato da coloro che sono oggi suoi dipendenti a tutti gli effetti, lasciando dunque i militari in una situazione di incertezza su un tema, quello del trattamento di quiescenza e della buonuscita, che rischia di comprometterne la serenità lavorativa e la qualità di vita in vecchiaia. Per questo motivo – conclude Egidio Lizza – valuteremo ponderatamente di procedere contro il datore di lavoro se il problema riscontrato non rientrasse”.