VASTO – «Stiamo costituendo un comitato per affrontare concretamente i pericoli e i problemi serissimi dovuti alla presenza non più accettabile del prolificarsi dei cinghiali. Chi è interessato può rivolgersi a me direttamente al mio numero 3472661997. Preferibilmente con messaggi scritti watsapp ovviamente lasciando il vostro nome e cognome. Io ci metto sempre la faccia. Grazie».
E’ l’appello lanciato in rete nei giorni scorsi dal noto avvocato del foro di Vasto, Angela Pennetta. Già conosciuta al grande pubblico, oltre che per l’attività professionale, anche per la sua battaglia in difesa del tribunale di Vasto e dei tribunali minori in genere, ora l’avvocatessa si lancia nel settore dei cinghiali, con la volontà manifesta di creare un comitato, sarebbe l’ennesimo in zona, per tentare di trovare una soluzione alla proliferazione indisturbata dei cinghiali. La presenza degli ungulati nel Vastese ha ormai raggiunto livelli insostenibili, soprattutto nelle zone costiere, le più antropizzate. Gli avvistamenti, gli incontri ravvicinati e gli incidenti stradali causati dai cinghiali riempiono le pagine delle cronache locali ogni giorno. E così Pennetta mobilita i portatori di interesse, dagli agricoltori, agli automobilisti, ai semplici cittadini, per fare pressing sulle istituzioni, Regione Abruzzo in testa, affinché si trovi una soluzione all’annoso problema. Operazione mediatica che lascia perplesso il presidente provinciale dell’ArciCaccia, Angelo Pessolano, il quale chiede pubblicamente alla avvocata: «Cosa propone lei dottoressa di diverso, rispetto a quanto già altre autorità comunali, provinciali e regionali stanno proponendo da tempo per affrontare il problema ungulati sul territorio?». Il riferimento di Pessolano, esperto del settore per essersi occupato del controllo dei cinghiali in seno all’Atc Vastese, è alla caccia di selezione estesa praticamente a tutto l’anno e al selecontrollo, praticato dalla Polizia provinciale e dagli ausiliari volontari prima dello stop arrivato dalla Corte costituzionale (che evidentemente non ha altro di cui occuparsi, ndr). Vaga la risposta di Angela Pennetta: «Dobbiamo unire tutte le forze e farci sentire agli enti di competenza», rimandando le spiegazioni e le proposte concrete in altra sede evidentemente. E Pessolano replica a stretto giro: «Bisogna intervenire lì dove fino ad oggi non ci è stato permesso, penso alle riserve di Punta Aerci e Don Venanzio, lì si nascondono e riproducono i cinghiali della nostra zona». Più chiaro di così… Pessolano dice quello che tutti i cacciatori dicono da tempo: bisogna intervenire, con gli abbattimenti, nelle “zone spugna“, cioè nelle riserve dove al momento la caccia è vietata e dove, guarda caso, i cinghiali si rifugiano per riprodursi indisturbati. Una proposta sensata che fa inorridire i sedicenti animalisti e i dirigenti dei parchi stessi e che viene sistematicamente ignorata dalla Regione Abruzzo, prima dall’assessore Dino Pepe, oggi dal suo collega assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente.
Francesco Bottone
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