Si avvicina Capodanno e si ripeterà l’utilizzo di “botti” e di fuochi pirotecnici con le consuete notizie di cronaca relative ad incidenti e lesioni più o meno gravi.
La Stazione Ornitologica Abruzzese ha predisposto un apposito documento tecnico per dimostrare i rischi e danni ambientali causati da tali attività ed in particolare il forte disturbo alle specie animali selvatiche e domestiche anche all’interno di Parchi e Riserve Naturali.
«Nel 2017, grazie all’intervento della S.O.A., si riuscirono a vietare, almeno parzialmente, i fuochi d’ artificio a ridosso delle spettacolari Gole di Fara S. Martino e della Valle dell’Orfento ma i divieti furono solo temporanei e quest’estate i fuochi sono stati ripetuti. – si legge in una nota girata alla stampa – Sorprende che nelle aree protette non sia fatto rispettare il divieto generalizzato previsto dalla norma quadro sui parchi, quando ci sono comuni come Chieti che fin dal 2013 hanno approvato un Regolamento con cui si vieta in modo generalizzato l’uso e la vendita dei botti».
L’associazione invita «tutti i comuni che non l’abbiano ancora fatto ad emettere le ordinanze entro Capodanno dandone ampia eco».
«In base alle caratteristiche specifiche dei fuochi, che solitamente vengono uditi a molti chilometri di distanza, – continuano – si può legittimamente ritenere come il rumore possa provocare un disturbo alla fauna protetta che caratterizza la Regione Abruzzo, oltre come già noto a tutti ai cani, gatti ed altri animali domestici. I fuochi artificiali sono responsabili di inquinamento ambientale, con emissioni di particolato fine e composti altamente pericolosi (metalli, perclorato d’ammonio). Inoltre, a seconda della composizione delle polveri utilizzate, possono essere emessi metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico. Infine il rischio incendi. Secondo una statistica dell’allora Corpo Forestale dello Stato lo 0,5% degli incendi colposi in Italia dipende dai fuochi artificiali. Per far comprendere la pericolosità dei fuochi d’artificio per gli incendi boschivi basterà citare che nel Canton Ticino in caso di siccità tali fuochi sono vietati. Le tradizioni sono senza dubbio da salvaguardare e valorizzare perché rappresentano parte della nostra identità culturale ma vanno anche adattate alle nuove esigenze, alla consapevolezza sui danni e alle normative come è normale che sia in una Nazione civile. Non a caso certe antiche usanze come l’utilizzo di tagliole o di bocconi avvelenati per uccidere volpi e lupi sono state vietate e dimenticate da molti anni. Per questo nel dossier vengono riportati anche esempi concreti con modalità alternative per festeggiare ricorrenze e date particolari. Si va dai giochi con fasci di luce ai droni usati a Torino per veri e propri giochi aerei colorati assolutamente spettacolari».