Consigliere provinciale e comunale di Agnone con addosso sempre la stessa casacca: quella della sinistra che aveva come pilastri portanti il lavoro, il sociale, la solidarietà, le lotte sindacali, l’ambiente, la tutela delle fasce più deboli. Durante la sua attività politica, Italo Marinelli, pediatra ed ex sindacalista, ha contrastato l’azione di Michele Iorio, leader indiscusso del centrodestra molisano nell’ultimo ventennio. Nonostante le accese battaglie intraprese contro l’ex governatore e le idee politiche che restano divergenti, oggi Marinelli riconosce al suo avversario capacità politico-organizzative che potrebbero tornare utili alla causa della sanità regionale. A riguardo Marinelli indica il nome di Iorio quale sostituto di Giustini, nell’ultimo periodo travolto da roventi polemiche in merito la sua gestione commissariale. Al tempo stesso l’ex segretario regionale di Anaao-Assomed, al fianco di Iorio, vedrebbe bene personalità come Giuseppe Astore, ex assessore alla Sanità molisana e Giovanni Di Pilla, già manager presso gli ospedali di Agnone e Tivoli. Insomma, alle utopistiche proposte rilanciate nelle ultime ore sul nome di Guido Bertolaso, Marinelli vede più fattivo e realistica l’investitura di un nome, quale Michele Iorio, profondo conoscitore delle dinamiche della Sanità in Molise.
Italo Marinelli sei (ci diamo del tu visto che siamo colleghi) un attento lettore di quanto accade in Italia e nel Molise in merito la sanità. Che idea ti sei fatto dell’ultimo caso avvenuto in Calabria? Pensi che Gino Strada possa prendere davvero le redini del comando?
“La proposta di commissariare la sanità calabrese, malmessa come se non più di quella molisana, con una figura di altissimo profilo etico come Gino Strada mi sembra puramente demagogica. Come lo è stata la scelta di affidare a generali dei carabinieri o della finanza ruoli di dirigenza in un settore complesso fidandosi solo di un giudizio morale. Essere onesti non basta. Servono la competenza, la capacità programmatoria, l’esperienza. Purtroppo il tanto agognato cambiamento ha messo in posizioni di comando personaggi assolutamente inadeguati. Errori imperdonabili che si sono aggravati per la drammaticità della pandemia”.
E in Molise chi proporresti visto lo sfacelo organizzativo acclarato negli ultimi mesi.
“Non sembri una provocazione, ma per me l’uomo migliore da mettere in campo oggi sarebbe Michele Iorio. Ha visione politica, conosce la sanità come nessun altro in Molise. Lo vedrei benissimo come commissario, meglio se affiancato da un manager competente come Giovanni Di Pilla ed un politico esperto e navigato come Peppino Astore. Sarebbero gli uomini adatti un “governo di unità regionale” che faccia uscire la regione dalle secche di una situazione insostenibile e pericolosa”.
Michele chi? Lo zio Mike (così ribattezzato nelle redazioni giornalistiche) che da oltre 20 anni vive in Regione?
“Michele Iorio conosce la realtà molisana come pochi ed ha il senso della autonomia regionale. Lo si accusa, forse non a torto, di aver indebitato la Regione con strutture eccessive. In realtà la sanità molisana ai suoi tempi aveva raggiunto, in tutti i campi, livelli che oggi rimpiangiamo amaramente. Sfido chiunque ad affermare il contrario. Certo, la sua era una politica della spesa pubblica, con una evidente doppia finalità: erogare diffusamente servizi sia ospedalieri che territoriali (avevamo sei ospedali pubblici e dodici distretti) ed incassare, nel contempo, il dividendo politico garantito in termini di consensi elettorali da una politica clientelare. Ma comunque i servizi arrivavano alle persone, gli ospedali funzionavano, c’erano occupazione ed economia indotta”.
Vabbè, quanto meno si è opposto, o ha fatto finta di farlo ad Aldo Patriciello, europarlamentare con interessi nella sanità privata.
“Quanto all’effetto dirompente rappresentato dall’ingresso e dalla successiva preponderanza delle strutture private, mi sembra del tutto evidente che l’unico reale argine e contraltare politico e amministrativo al vero dominus della sanità molisana, cioè Patriciello, sia stato proprio Michele Iorio. Che, anche da posizioni di semplice tribuna, non ha mancato in questi anni di far sentire la sua voce con posizioni chiare ed intelligenti. Due esempi: la critica all’inganno dei cosiddetti accordi di confine, semplici trappole predatorie a tutto vantaggio del fratello maggiore Abruzzo e la battaglia per la individuazione di un Covid Hospital distinto dal Cardarelli”.
Marinelli, se non ricordiamo male è lo stesso Iorio che ha avviato il processo di chiusura degli ospedali su scala regionale?
“Michele Iorio non ha chiuso un bel niente. Lui gli ospedali li avrebbe aperti anche a Castelverrino a Pizzone e sul lago Guardialfiera se avesse avuto le risorse. La sua profonda natura politica di autentico uomo della prima repubblica è quella di un redistributore, di un grande elemosiniere. Non a caso Domenico Di Lisa lo definiva “l’ultimo dei veri comunisti”. Col Recovery Fund e col MES, se i pentastellati finalmente si convincono, arriveranno tante di quelle risorse che solo uno “spendaccione” come Iorio saprebbe usare per il meglio”.
E allora chi è stato a chiudere gli ospedali del Molise? Lo Spirito Santo?
“A chiudere servizi e ospedali sono state le direttive governative, indifferentemente di centro sinistra e centro destra, i piani di rientro, i commissariamenti. I tecnocrati, peraltro tutti di basso profilo, inviati da Roma. Su questo equivoco si è speculato a fini politici, con il risultato che i successori di Michele Iorio, che ai vari Ministri della Sanità e dell’Economia cercava di opporsi in tutti i modi, anche mandando carte false, hanno supinamente accettato i diktat romani, basati su una visione ragionieristica e tecnocratica che ci ha condannati. Non mi faccia parlare di Paolo Frattura e dei suoi adepti e adepte, per favore. Dovrebbero solo avere il pudore di tacere”.
Marinelli, non eri un attivista della sinistra radicale? Parli bene di Iorio per un eventuale tornaconto personale?
“Sarebbero accuse che neanche mi sfiorano. Da medico ospedaliero sono stato messo nelle condizioni di lasciare il Molise quando governava Iorio e credo di essere uno dei pochi che non abbia mai bussato alla sua porta quando era in auge. Piuttosto mi fa senso il comportamento di quanti, beneficiati in termini di carriera da Iorio bel al di là del lorio valore professionale, sono stati i primi a rinnegarlo e a coprirlo di infamia non appena ha perso il potere. Tanto più ingrati quanto più incompetenti. Quanto alla sua famiglia, a lungo oggetto di critiche malevole di nepotismo e favoritismo, ho avuto modo di apprezzare in prima persona doti di grande competenza e disponibilità”.
mdo