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  • Batteri coliformi: l’acqua non è potabile

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Batteri coliformi: l’acqua non è potabile.

    Dopo settimane di inspiegabile attesa dal Comune di Schiavi arriva l’ordine di installare un cartello informativo.

    In Municipio, a Schiavi di Abruzzo, sono fatti così, hanno i tempi di reazione lunghi. Ci sono fior di dirigenti e responsabili di servizi, strapagati, ma quando si tratta di dover prendere una decisione rapida ed efficace, che magari attiene alla pubblica incolumità e salute, fanno tutti spallucce, nessuno sa niente, nessuno è competente, cadono dalle nuvole, restano imbambolati.

    Nei giorni scorsi, come è evidente dalla foto pubblicata, nei pressi della fontanella denominata “Pietro Secco”, lungo la provinciale tra Schiavi e Torrebruna, è comparso miracolosamente un cartello che avvisa l’utenza di ciò che era noto da tempo e cioè che l’acqua che sgorga da quel tubo non è potabile. non potabile

    Non è adatta al consumo umano perché contiene una forte carica batterica, batteri coliformi per l’esattezza, come già scritto, proprio su queste colonne, poco meno di un mese fa, sulla base di analisi di laboratorio fatte effettuare da un privato.

    La nostra notizia è del 22 ottobre scorso, ma gli uffici del Comune conoscevano i risultati di quelle analisi da almeno dieci giorni prima. Perché non si sono mossi immediatamente?

    Un mese di tempo per produrre un cartello, un semplice avviso precauzionale?

    Forse il Comune non si è fidato delle prime analisi e ha commissionato nuovi esami sulle acque. Benissimo, ma in via precauzionale un cartello lo si sarebbe potuto scrivere sin dall’inizio.

    Evidentemente gli impegnatissimi impiegati comunali non hanno trovato due minuti per battere sulla tastiera “acqua non potabile” e dal primo allarme è passato un mese.

    Solo nei giorni scorsi in Comune la visita del comandante del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, il maggiore Antonio Spoletini, per l’acquisizione di documenti in merito a sversamenti di liquami dal centro profughi sul Monte Pizzuto. Ovviamente i due fatti, cioè lo sversamento e la presenza di batteri nella fontanella, non sono collegabili direttamente.

    Guarda caso, dopo un mese di inspiegabile attesa, quel cartello ora è spuntato, sta lì, almeno fino a quando il vento non lo poterà via.

    Che la visita dell’ufficiale dell’Arma abbia fatto svegliare qualcuno in Comune?

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

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