ROSELLO (CH) – Ancora cani da caccia in azione dentro la riserva regionale di Rosello.
Nonostante le denunce dei mesi scorsi continuano le incursioni nella zona interdetta all’attività venatoria.
A denunciare l’accaduto il fotografo naturalista Dario Rapino, non nuovo a documentare dettagliatamente operazioni di bracconaggio.
La foto pubblicata mostra, a dire di Rapino, un «cane da braccata al cinghiale con tanto di GPS, dunque individuabile dai padroni-cacciatori. Qui siamo in piena riserva naturale di Rosello, nei pressi della zona di rendez vous dei lupi. Sono arrivato al punto che ormai non mi c’incazzo neanche più, perché ho realizzato di essere un novello Don Chisciotte che combatte i mulini a vento dell’ipocrisia, della complicità, dell’ignoranza. Ieri io ed il mio amico Giosuè ci siamo ammazzati di fatica e coperti di fango per arrivare in zona: latrare continuo di mute di cani in zona interdetta, cacciatori con armi cariche a pallettoni e noi che si fischiava e si gridava per non essere sparati. A questo siamo arrivati. Sembrava di stare in Bosnia e ci siamo affrettati per riportare la pelle a casa. Ma, a quanto pare, tutto bene Madama la Marchesa».
In realtà l’immagine pubblicata da Rapino più che un segugio da cinghiale sembra mostrare un cane da ferma munito di beeper, ma questo evidentemente è irrilevante perché non cambia di una virgola il fatto documentato: cioè che qualcuno era a caccia in una zona vietata perché riserva naturale.
Intanto va avanti il procedimento a carico di due uomini residenti ad Agnone fototrappolati proprio da una apparecchiatura elettronica di Rapino all’interno della riserva di Rosello con armi e in chiaro atteggiamento di caccia. Il caso finì sulla stampa e in Procura, quella di Lanciano, che proprio in queste settimane avrebbe concluso le indagini.