DOGLIOLA (CH) – E’ stato di origine colposa l’incendio boschivo sviluppatosi nel pomeriggio del 26 febbraio scorso in località “Vallone del Gesso” di Dogliola (Chieti).
Ad accertarlo i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gissi. La persona ritenuta responsabile del rogo è stata deferita alla Procura della Repubblica di Vasto.
Dalla stima effettuata dai militari, l’incendio ha interessato una superficie di circa 50mila metri quadrati di macchia mediterranea.
Contestualmente all’evento delittuoso e nei giorni seguenti gli investigatori hanno svolto le attività d’indagine tecnica per risalire alle cause del rogo ed al responsabile. Per individuare l’area e il punto d’insorgenza dell’incendio si è impiegato il Metodo delle Evidenze Fisiche (M.E.F.). E’ stata perlustrata l’intera superficie percorsa dal fuoco dai militari in cerca delle tracce sulla vegetazione e sul mezzo fisico che indicasse il passaggio del fuoco.
E’ seguita una complessa attività di valutazione e di analisi dei diversi indicatori. In particolare i Carabinieri Forestali attraverso il M.E.F. sono riusciti a determinare l’esatto punto di insorgenza delle fiamme corrispondente ad un focolaio acceso per la bruciatura di residui vegetali provenienti dalla potatura di un uliveto. Gli investigatori hanno stabilito la causa che ha provocato l’incendio tramite un processo di validazione, documentando le relazioni esistenti tra prove materiali e testimonianze raccolte durante l’investigazione.
Da qui sono iniziati gli accertamenti per risalire all’identità del responsabile che è risultato essere il conduttore del fondo agricolo da cui si sono propagate le fiamme.
Intensificati in tutta la provincia i controlli delle Stazioni Carabinieri Forestale per la prevenzione e repressione degli incendi boschivi, a causa delle inusuali e persistenti condizioni climatiche che vedono prolungata assenza di piogge, alte temperature e forti venti.
«Si ricorda che la bruciatura dei residui vegetali provenienti da potature di alberi ed arbusti e da sfalci di erbe è sconsigliata con le attuali condizioni climatiche ed è comunque soggetta al rispetto delle stringenti disposizioni di legge» spiega il colonnello comandante, Nevio Savini.
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