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  • Caccia, frontiere chiuse in Molise. Mazzali: «Decisione illegittima e incostituzionale»

    «La caccia non è solo passione, ma volano per l’economia». Con queste parole Barbara Mazzali, portavoce del Sindacato venatorio italiano (SVI), critica l’assurda decisione della Regione Molise di impedire l’ingresso sul territorio regionale ai non molisani per l’esercizio della caccia. E la segretaria del comitato “Orgoglio venatorio” parla di provvedimento illegittimo e incostizionale, puntando l’indice sul governatore Frattura e sul consigliere delegato alla Caccia, Cristiano Di Pietro

    «Ancora una volta, e purtroppo ultimamente accade sempre più spesso, ci troviamo davanti a Presidenti di Regioni e conseguentemente alle loro Giunte, con sedicenti assessori, che emettono provvedimenti illegittimi sulla materia venatoria ,costringendoci a ricorrere e ad impugnare dinnanzi il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), le loro delibere. Forse un giorno capiranno che la Legge non è oggetto per trasformisti, ma cosa seria e con importanti ricadute su chi vi si trova a subirla. – esordisce Barbara Mazzali, che è anche segretaria del comitato “Orgoglio venatorio – Il mio punto di vista, tecnico e giuridico su questa decisione è che non vi sia dubbio sulla sua illegittimità, e che in essa vi siano contenuti numerosi profili anche di incostituzionalità come vi riporto dalla nota sottostante: uno dei profili più rilevanti ritengo sia la violazione di uno dei principi fondamentali di ogni società civile: La libera circolazione delle persone che è un diritto fondamentale garantito dalla costituzione e dai trattati dell’Unione europea a tutti i cittadini. I profili di illegittimità sono numerosi partendo dal: Contrasto con art. 3 cost. che afferma ” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.sindacato venatorio italiano È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Contrasto con l’ ART. 16. Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi,salvo gli obblighi di legge. Contrasto con l’ordinamento dell’Unione Europea Articolo 3, paragrafo 2, del trattato sull’Unione europea (TUE), articolo 21 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) nonché titoli IV e V del TFUE. La libera circolazione delle persone è concepita come una delle libertà economiche fondamentali dell’Unione. Detto questo vorrei anche sottolineare l’impatto economico negativo che questa delibera comporterà dal punto di vista sociale ed economico, non si può ignorare infatti, e questo vale per tutti i territori vocati alla caccia, che vi sia un indotto generato dal cosiddetto turismo venatorio. Molti cacciatori,oltre che recarsi all’estero ove questi problemi non esistono,dedicano fine settimana o anche intere settimane nei luoghi di caccia, pernottando e mangiando, nelle numerose pensioni, alberghi, ristoranti, trattorie che ne beneficiano in termini di introiti, in una stagione come quella autunnale che non è certo ricca di turismo. Quanto sopra vale molto di più per una Regione piccola come il Molise che non gode di una ricca economia e che in questi momenti di crisi dovrebbe sfruttare tutte le proprie potenzialità. Vorrei quindi, infine fare una considerazione ed un appello. La considerazione è che spesso la politica è lontana dalle esigenze della gente e gode di stipendi che il Paese non si può più permettere, l’appello è quello di usare il buon senso una ricetta che dovrebbe permeare sia le decisioni del buon padre di famiglia ,ma anche e sopratutto coloro che ci governano».

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