AGNONE. “Per l’ospedale di Agnone sarei pronto a tornare anche gratis. Non so se la mia figura professionale e le mie competenze possano essere utili in questo momento, ma per quanto mi riguarda non ho alcun problema a dare una mano in attesa dell’assunzione di giovani medici chiamati a rilanciare la struttura”. Parole e musica di Gelsomino De Vita, allergologo, primario in pensione del laboratorio Analisi del ‘Caracciolo’ nonché ex sindaco della cittadina altomolisana, attualmente volontario della Fidas dove svolge mansioni per la raccolta sangue.
Alla domanda se l’Asrem gli proponesse un rapporto di lavoro presso la struttura di confine, De Vita replica in maniera diretta. “Sono favorevole e al contempo credo che l’iniziativa nel momento in cui dovesse trovare riscontri sul campo, sia molto positiva per le ricadute che potrebbe avere su Agnone dove è immaginabile riportare un vero centro ospedaliero con diagnosi e cure. A riguardo – aggiunge De Vita – nelle settimane scorse ho avuto qualche approccio con alcuni colleghi e politici regionali, i quali hanno espresso la fattibilità sul progetto, il quale in attesa di tempi migliori per la sanità regionale, dovrebbe tamponare lo stato emergenziale in cui oggi versano le strutture molisane”. De Vita va oltre e chiama a raccolta i chirurghi in pensione. “Più che il sottoscritto servirebbero specialisti in chirurgia soprattutto in considerazione delle tre sale operatorie attualmente utilizzate con il contagocce. Un vero spreco mentre sarebbe immaginabile farle lavorare, se non come un tempo, ma quanto meno in regime di day surgery così da limare le urticanti liste d’attesa”.
Appello, quello di De Vita, che viene subito raccolto da due colleghi in quiescenza, quali il ginecologo Luigi Falasca e il chirurgo Pompeo Petrella, entrambi fino a qualche anno fa in forza all’ospedale altomolisano. “Tornare ad indossare il camice nel paese in cui vivo per una attività ambulatoriale fatta anche di qualche piccolo intervento chirurgico sono convinto possa contribuire a dare un servizio indispensabile per le nostre popolazioni già tanto vessate. Do la mia disponibilità” dichiara Falasca, 72 anni, ex primario di Ostetricia e Ginecologia ad Agnone e Isernia e in questo momento collaboratore della clinica ‘Pietrangeli’ di Pescara.
Sull’identica frequenza Pompeo Petrella, 66 anni, chirurgo di Castiglione Messer Marino con un lunghissimo trascorso nell’ex reparto di Chirurgia al fianco del primario Nicola Javicoli. “Potrei svolgere la professione almeno per altri dieci anni – ci dice tra il serio e il faceto -. Certo immaginare com’era strutturato il reparto un tempo è assai difficile anche se non impossibile, tuttavia garantire interventi chirurgici ambulatoriali è cosa fattibilissima, indispensabile è ricreare le giuste condizioni senza dover avere preoccupazioni in merito la gestione dei pazienti. Per quanto mi riguarda sono disponibile a dare il mio beneplacito ad un impegno part time, magari con una o due sedute chirurgiche la settimana”. Insomma, sembra di capire, dopo le notizie rimbalzate dal Veneto, ad Agnone la nuova “chiamata alle armi” di medici in pensione appare una soluzione concreta e lo dimostra la volontà espressa a l’Eco. Ora spetterà ai commissari alla Sanità regionale, nonché ai vertici Asrem non farsi scappare l’occasione soprattutto per mettere a tacere quella che tutti reputano una barzelletta, ovvero che i medici ad Agnone non vogliono venire.