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  • La Caritas invita… alla guerra

    Un mondo senza pace e senza giustizia è quello che, in questa estate 2014, torna a scuotere le nostre coscienze e a imporci di risvegliare il nostro impegno di vicinanza e solidarietà. La carità, come abbiamo già scritto negli anni passati, non può permettersi il lusso di andare in ferie.

    Le Caritas di tanti paesi sono in prima linea nell’unica guerra che valga la pena di combattere, quella della fine di ogni guerra e dell’aiuto concreto, di sostegno materiale e assistenza morale, alle popolazioni colpite dall’odio, l’intolleranza, la sopraffazione.

    L’Iraq, la Siria, la Striscia di Gaza e la Palestina, l’esplosione di un’epidemia, come la Ebola, anch’essa frutto della povertà e di condizioni infime di vita sono i fronti aperti per i quali chiediamo l’aiuto di tutti. Senza dimenticare che di carità c’è bisogno anche più vicino, nelle nostre zone, dove la crisi economica e l’aggravarsi di sperequazioni sociali e civili rendono urgente una risposta da parte di tutti noi, comunità cristiana, che possiamo e vogliamo. Quella che sintetizziamo nelle righe successive è la nostra Agenda delle emergenze, ma è anche un succinto resoconto delle attività che le Caritas stanno portando avanti in alcune delle aree più infuocate di un mondo che sta ai nostri confini e che ci rivolge una domanda forte di aiuto.

    Iraq. I continui attentati contro i civili hanno costretto e costringono ancora migliaia e migliaia di famiglie a fuggire. Gli operatori della Caritas irachena, già attivi nel sostegno dei rifugiati siriani entrati nel paese per sfuggire al conflitto che sta dilaniando la loro nazione, si trovano ora ad aiutare anche gli oltre 600 mila sfollati iracheni alla ricerca di un riparo. Per far fronte alla situazione di emergenza la Caritas ha concentrato nelle ultime settimane tutte le attività sugli aiuti – viveri, medicinali e prodotti igienici – prendendosi cura di 2.550 famiglie, accolte in particolare in 12 villaggi della pianura di Ninive e nel settore di Alqosh. I servizi di base hanno le scorte in via di esaurimento, l’elettricità non viene distribuita per più di sei ore al giorno. L’acqua potabile scarseggia, con temperature che superano in estate i 45°. Come sempre i bambini sono le vittime più colpite.

    Siria. Il grave conflitto in Siria che dilania il Paese da tre anni ha già provocato 160.000 morti e oltre 7 milioni tra sfollati e rifugiati. Oltre il 35% della popolazione del paese, che conta 20 milioni di abitanti, si ritrova oggi in gravi condizioni di precarietà, a rischio concreto di vita e bisognosa di assistenza. Caritas Siria è presente in sei centri principali del paese: Damasco, Aleppo, Hassaké Litorale, Homs e Horan. Dall’inizio del conflitto è riuscita ad assistere un totale di 41.000 famiglie, oltre 260.000 persone, con viveri, medicinali, scuole, alloggi di emergenza.

    Gaza. Caritas Gerusalemme ha ripreso le attività di assistenza alla popolazione di Gaza, che si erano interrotte dopo i primi giorni di attacchi aerei. «Centinaia di migliaia di famiglie vivono alla giornata – afferma padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Gerusalemme – quasi 90.000 persone hanno abbandonato le loro case a seguito dei bombardamenti e non possono vivere senza aiuti esterni».

    La Caritas sta organizzando aiuti per 16.000 persone, tra cui circa 6.000 feriti, fornendo in questa prima fase medicine, ormai però quasi esaurite, lenzuola e gasolio per l’elettricità ai quattro ospedali pubblici di Gaza, Beit Hanoun, Kamal Edwan Al Shifa e Al Ahli, oltre che al Centro sanitario e alla clinica mobile della stessa Caritas Gerusalemme. Tra le tante emergenze si cercherà di dare anche sostegno psico-sociale, soprattutto ai bambini feriti, la pagina più dolorosa di questo ignobile conflitto. Successivamente è prevista la distribuzione di viveri e kit igienici secondo le necessità. Tutta l’azione avviene in coordinamento con le autorità locali, la Mezzaluna Rossa, e le Agenzie delle Nazioni Unite (WHO, WFP e UNRWA) in modo da assicurare la massima efficacia. Oltre un milione di euro è la cifra necessaria per proseguire, nei prossimi sei mesi, gli interventi avviati.

    Epidemia ebola. Si aggrava l’epidemia “ebola” in Africa Occidentale che ha finora fatto registrare centinaia di decessi tra Guinea – dove l’epidemia si è maifestata per prima nel mese di febbraio -, Liberia, Sierra Leone. Da ultimo, si segnala un caso probabile anche in Nigeria. Le Caritas di Guinea e Sierra Leone sono impegnate sin dallo scoppio dell’epidemia in attività di sensibilizzazione della popolazione locale e nella distribuzione di sapone e cloro. Più di 100 animatori sono impegnati sul terreno; 100.000 sono già i beneficiari dell’aiuto Caritas in Guinea, 60.000 quelli previsti per la Sierra Leone.

    Lotteria della solidarietà. Sono numerose le famiglie della nostra Diocesi che la Caritas sostiene e accompagna in questo momento in cui le difficoltà si moltiplicano e le condizioni di vita diventano sempre più precarie, limitando molto le prospettive di ciascuno e dei più giovani in particolare. Sono più di 250 le persone che si rivolgono ai nostri centri di ascolto e alle quali cerchiamo di fornire viveri e aiuto economico per le urgenze più drammatiche. Per continuare a farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi; per questa ragione abbiamo organizzato una Lotteria della Solidarietà, i cui biglietti si possono trovare nelle parrocchie della Diocesi.

    Chiamiamo tutti, inoltre, a un momento di raccoglimento e preghiera. Una preghiera al Signore per chiedere che le armi tacciano, le parole della pace si sostituiscano a quelle della guerra, la giustizia sociale si affermi, la tolleranza e l’accoglienza reciproca si esprimano senza ostacoli e persecuzioni. “Un autentico Calvario – ci ricorda una nota della Conferenza Episcopale Italiana – accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere”. La Conferenza episcopale Italiana invita, perciò, tutte le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera in occasione della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto) quale segno concreto di partecipazione per i cristiani perseguitati.

    Sac. Alberto Conti

    Direttore Caritas Trivento

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