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  • Daniele Saia: “Non siamo la maggioranza delle tasse”

    AGNONE. L’assessore comunale Daniele Saia (in foto) certifica le frizioni all’interno della maggioranza del Comune di Agnone tra Pd e Psi. In un’intervista rilasciata a L’Eco (www.ecoaltomolise.net pubblica la versione integrale), l’esponente dell’esecutivo Carosella e tesserato del Psi, si dice deluso di quanto accaduto alla vigilia delle elezioni provinciali con la candidatura di Placido Cacciavillani, capogruppo Pd al Comune di Agnone. “Si sarebbero potute fare altre scelte, magari concertandole con tutte le forze all’interno dell’esecutivo”, ammette. Inoltre, nel lungo faccia a faccia, Saia replica senza alcun timore a tutte le domande poste. L’assessore non ha esitato critiche nei confronti dei giovani del posto, ancora illusi dal posto fisso. Ed ancora, ha respinto le accuse di chi vorrebbe farli passare come la “maggioranza delle tasse”. “Colpa dei mancati trasferimenti statali e di chi ci ha preceduto a palazzo San Francesco”, ha detto. Infine non sono mancate stoccate all’indirizzo di Tonino Scampamorte, ex assessore comunale all’Agricoltura, delega oggi nelle mani di Saia.

    Assessore Saia, come giudica l’operato della giunta Carosella in tre anni di governo?

    Un buon operato, considerando il periodo congiunturale critico e fortemente negativo sotto tutti i punti di vista: politico, economico e sociale, che la nostra Amministrazione ha avuto la sorte di affrontare.

    Può illustrarci almeno tre novità introdotte dall’esecutivo in ambito amministrativo?

    Le novità più importanti sono senz’altro: l’apertura del servizio di asilo nido, la riduzione delle perdite di acqua che ha consentito di non avere più interruzioni dell’erogazione del servizio idrico (acqua corrente tutto il giorno), la risoluzione del contenzioso per la realizzazione del cimitero con il project financing (bloccato da 7 anni), l’approvazione del piano regolatore (dopo ben 25 anni), l’acquisto di mezzi per migliorare la viabilità e l’aspetto dell’agro agnonese, l’esternalizzazione del servizio di macellazione, l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta nel centro storico da estendere a breve a tutto il Comune, l’appalto per la realizzazione del polo scolastico a Piazza del Popolo che ci permetterà di recuperare il vecchio immobile, attualmente inagibile, rendendo più decorosa quella parte del paese ed altro ancora… 

    A suo avviso quale poteva essere l’azione da portare avanti con fermezza e invece non lo si è fatto? E perché?

    Io credo che avremmo potuto emulare il modello di sviluppo che sta portando avanti un Comune limitrofo, ovvero Castel del Giudice che ha intrapreso un’iniziativa nel settore agricolo con la cooperativa Melisia che ormai si è affermata nella produzione di mele, con il recupero di qualità autoctone; ed un’altra nel settore turistico con la realizzazione dell’albergo diffuso nella parte bassa del paese con il recupero di vecchie abitazioni e stalle in abbandono con un progetto in partenariato pubblico-privato. Il perché non lo abbiamo fatto è che non siamo riusciti, per adesso,a coinvolgere imprenditori in progetti analoghi, per intraprendere progetti di recupero edilizio sia del centro storico che degli abitati di Villa Canale e Fontesambuco; recuperare le produzioni ortofrutticole e viticole nel settore agricolo; progetti di valorizzazione del patrimonio culturale con la realizzazione di un polo museale.

    Cosa replica agli agnonesi che vi accusano di essere la “maggioranza delle tasse”?

    Per un amministratore non è mai una buona soluzione aumentare le tasse , ma purtroppo si è resa necessaria a seguito dei notevoli tagli ai trasferimenti da parte sia dello Stato Centrale che delle Regioni. Ad esempio il Comune di Agnone riceveva dallo Stato, quando ci siamo insediati, trasferimenti di circa 1milione e 400mila euro oggi ne riceve circa 400mila  ma la tassazione certo non è stata aumentata per il valore della differenza emersa. Abbiamo colmato questo gap, limando le spese del Comune, in particolare con la riduzione dei dipendenti , rendendo più efficienti i servizi, assottigliando altre spese ordinarie. Purtroppo il Comune di Agnone ha poche entrate extra tributarie derivanti in particolare da fitti di immobili comunali e dalla ditta che gestisce la rete per la distribuzione del gas (tra l’altro contratto fatto a nostro avviso a condizioni poco favorevoli per l’Ente). Metaforicamente parlando, i treni che dovevano essere presi negli anni passati per aumentare tali entrate, in particolare con la produzione di energia da fonti rinnovabili quali l’eolico e il fotovoltaico sono stati persi. Rimane da valorizzare la risorsa boschiva del Comune sulla quale stiamo lavorando, ma le condizioni di mercato attuali non ci permettono di quantificare ad un prezzo giusto questo patrimonio. Stiamo lavorando sul funzionamento efficiente dell’illuminazione pubblica da cui si potrebbero recuperare altre somme.

    Non una sola azione in favore di chi crea nuovi nuclei familiari, non le sembra che così facendo agevolate l’inarrestabile fenomeno dello spopolamento?

    Sicuramente le agevolazioni stimolano a restare a vivere in questi territori, ma sarebbe auspicabile che tali misure partissero dallo Stato Centrale il quale dovrebbe istituire una vera e propria fiscalità vantaggiosa per chi resta a vivere in zone montane svantaggiate e dovrebbe con continuità presidiare questi territori. I Comuni oggi non hanno risorse per attuare queste politiche, ci vuole uno slancio di orgoglio, di attaccamento territoriale e convinzione da parte di chi decide di restare o di tornare, perché anche qui si può vivere bene o forse addirittura meglio che nei grandi centri.

    Tonino Scampamorte, consigliere di minoranza, più volte vi ha accusato di lassismo nei confronti dei residenti nell’agro. Riuscirebbe a smentirlo con dati di fatto alla mano? 

    Nell’ analisi delle cose che faccio in genere il mio approccio è autocritico, cosa che farebbe bene a fare il consigliere Scampamorte, considerando i sette anni nei quali è stato responsabile come assessore del comparto agricolo. Noi abbiamo trovato effettivamente un agro totalmente abbandonato e con grande difficoltà, ma con tanto impegno, stiamo cercando di attuare una programmazione che al di là di chi amministra possa durare nel tempo. Nella direzione della lungimiranza, dunque, è stata fatta la scelta di acquistare un trattore con trincia erbe per fare lo sfalcio delle erbe nell’agro, così come uno scavatore per iniziare un processo di riapertura dei canali di scolo delle acque delle strade rurali. E’ stato approvato un regolamento per la manutenzione ed uso delle strade interpoderali, con l’intento di dare buone regole per un uso appropriato delle strade che permetta alle stesse di avere una manutenzione ordinaria continua. Infine da poco abbiamo concluso i lavori di risistemazione, con realizzazione di gabbionate e bitumatura di alcune strade nella zona di Acquevive, Marzovecchio, Secolare, San Quirico, per Casalcielo, Macchelunghe, Castelnuovo per circa 110mila euro e stiamo iniziando altri lavori per un valore di circa 150mila euro  in altre zone Rigaini, Masserie Vecchiarelli, Marangoni, Vallocchie ed altro ancora come la realizzazione di due piccoli tratti di acquedotti rurali. Il tutto considerando il taglio di trasferimenti della Regione che non finanzia più la legge 20 che permetteva al Comune di introitare circa 45mila euro  anno e che da quando ci siamo insediati non è più finanziata. Giudichi Lei se questo è indice di lassismo e abbandono dell’agro!!

    Giovani, tasto dolente della cittadina altomolisana. Il sindaco Carosella più volte ha attaccato questa categoria. “In tre anni di amministrazione – ha detto spesso – mai nessun giovane si è recato in Comune per proporre un progetto, un’iniziativa capace di creare occupazione”. E’ così? Perché a suo avviso?

    Si, purtroppo è cosi. Il perché credo derivi dalla continua e persistente affermazione della cultura del posto fisso o pubblico e dell’annullamento di quella cultura agricola artigianale e commerciale che ha reso importante il nostro paese nel passato. E’ necessaria una svolta mentale che stimoli la ri-affermazione della cultura di impresa nei giovani, che li incoraggi ad individuare delle potenzialità dove gli altri vedono solo ostacoli, che li inciti ad andare avanti con perseveranza accettando la sfida difficile ma non impossibile di fare impresa, anche in questi territori, meglio ancora se più compatti ed uniti.

    Lei fino a pochi anni fa lavorava fuori regione. Ci spiega per quale motivo ha deciso di tornare?

    Ho deciso di tornare perché sono molto legato al territorio nel quale sono nato, cresciuto e formato con valori autentici che mi hanno permesso di essere apprezzato anche altrove e poi perché qui vive la mia famiglia e i miei affetti più cari ed anche perché credo che il periodo di crisi sia sofferto ovunque, anzi forse in maniera più intensa e diffusa proprio nei grandi centri. Se considero anche gli anni di Università sono rientrato dopo venti anni, durante i quali ho conosciuto altre realtà territoriali che mi hanno arricchito sia umanamente che professionalmente. Spero di mettere a frutto e trasferire qui questa mia esperienza, la visione aperta e dinamica che ho acquisito, per realizzare magari qualche progetto in loco.

    Tre buoni motivi per cui un giovane dopo il diploma dovrebbe investire in questo territorio?

    Io penso che si può investire in questo territorio non solo dopo il diploma, magari anche dopo la laurea e qualche esperienza lavorativa fuori Regione o all’Estero come dicevo in precedenza; il confronto con realtà diverse dalla nostra, se vissute con spirito positivo, possono solo arricchire la persona e rendere più proficuo il ritorno a casa. Oggi “siamo cittadini del mondo” nel senso che la mobilità non deve essere un limite mentale dal punto di vista lavorativo, ma comunque è importante stabilire dove piantare le proprie radici, pur continuando a “pedalare” sempre…..

    Tornando ai buoni motivi credo di poterli così riassumere: 

    Oggi tutti reputano “la ricchezza” dell’Italia la Cultura intesa come costumi, usi, tradizioni, eno-gastronomia e ambiente; questi elementi ci sono tutti nell’Altomolise, per cui la sfida si può giocare partendo già avvantaggiati.

    Qualità della vita, ad oggi il livello dei servizi del nostro paese è completo, chiaramente dobbiamo lottare per preservarli e potenziarli. Abbiamo teatro, cinema, piscina, palestre, biblioteca, associazioni sportive che operano nel calcio, pallavolo, atletica, forze dell’ordine con carabinieri polizia di stato, finanza, associazioni culturali, di volontariato ecc. e qui si riesce a fare tutto in un tempo molto breve.

    La tecnologia che oggi permette di operare da qualsiasi parte del mondo, quindi un’idea si può sviluppare ovunque, associata al concetto di mobilità che non deve mai mancare in qualunque parte si scelga di vivere.

    Questione politica. Nell’ultimo mese si sono registrate frizioni in maggioranza tra Psi (il suo partito) e il Pd. Il comunicato del segretario provinciale Pasquale De Mattia in merito alla scelta del candidato alle provinciali potrebbe spaccare il centrosinistra locale. Vuole spiegarci la sua posizione?

    Certamente avremmo gradito un aiuto dalla maggioranza della quale facciamo parte che ci avrebbe permesso di eleggere un rappresentante in Provincia. Ho manifestato il disappunto del partito e personale per la scelta fatta e che quest’ultima potrebbe incidere su accordi futuri.

    Saia, tra meno di due anni si torna a votare per le comunali. Sarà ancora candidato e con quale coalizione?

    Oggi penso a portare avanti nel miglior modo possibile il mandato, dando il massimo, come è nel mio spirito, per il futuro si vedrà.

    Il miglior pregio e il peggior difetto mostrati da Carosella in questi tre anni di governo?

    Il miglior pregio è il lavoro assiduo e la programmazione continua delle cose, il peggior difetto non saper comunicare bene le cose fatte.

    Maurizio d’Ottavio 

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