«Prima avevamo l’ospedale di Agnone che con il servizio del Pronto soccorso copriva anche le nostre zone dell’entroterra Vastese; ora invece siamo lontani quasi un’ora e mezza dal primo ospedale e in queste condizioni vogliono demedicalizzare il nostro 118». Silvana Di Palma, pediatra e sindaco di Castiglione Messer Marino, punta l’indice sulla gestione e la dirigenza della Asl abruzzese, l’omologa dell’Asrem, che sta mettendo in pratica un inopinato taglio dei medici a bordo del servizio 118 dell’emergenza urgenza attivo nel distretto sanitario di Castiglione Messer Marino.
Fino a qualche anno fa, infatti, quando il “Caracciolo” di Agnone era un ospedale con tutti i crismi del caso, sia pure piccolo, il Pronto soccorso dello stesso e il collegato servizio di emergenza urgenza del 118 interveniva, in caso di necessità, anche nei centri montani dell’Alto Vastese. Poi le due Regioni e le due aziende sanitarie decisero che i conti sanitari da tenere in ordine valgono più della vita delle persone e inventarono quella che si chiama “mobilità passiva“.
Se un molisano riceve delle prestazioni sanitarie in un ospedale abruzzese il costo della stessa operazione è maggiorato ed è a carico della azienda sanitaria di provenienza. E viceversa ovviamente. Mobilità passiva, che al fine di risparmiare qualche spicciolo, ha messo a repentaglio la vita di chi vive nelle zone interne del Vastese ad esempio. Perché se prima, come dice la sindaca Di Palma, dai centri montani al di qua del ponte Sente si riusciva ad essere soccorsi dal 118 dell’ospedale “Caracciolo” e raggiungere il pronto soccorso di Agnone in una mezz’ora, da quando è calata una sorta di “cortina di ferro” tra i confini sanitari di Abruzzo e Molise questo non è più possibile.
Un paziente con infarto di Castiglione, ad esempio, dovrebbe essere raggiunto da un’ambulanza e trasferito presso l’ospedale abruzzese più vicino, quello di Vasto, ad oltre un’ora di viaggio, che tra l’altro in questo momento sarebbe molto più lungo e complesso per via dei sei semafori disseminati su altrettanti cantieri lungo la Trignina. In questa situazione già drammatica cosa pensano di fare i vertici della Asl abruzzese? Togliere il medico sull’ambulanza attiva presso il distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino.
Francesco Bottone