FURCI – “Non tutti hanno il coraggio di sacrificare la propria vita per il bene di molti!”, queste parole possono riassumere le giornate del 29 e del 30 aprile 2016. Il primo giorno il colonnello dei carabinieri Luciano Calabrò, la preside dell’istituto omnicomprensivo Spataro di Gissi Dott.ssa Aida Marrone e il Sindaco di Furci, prof. Angelo Marchione hanno presentato il carabiniere Angelo Cianciosi ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado di Furci. Questo carabiniere era un agricoltore, un uomo comune, un padre di famiglia (aveva moglie e quattro figli), aveva prestato servizio la stazione dei carabinieri di Vasto e del teramano, fu richiamato all’inizio della II Guerra Mondiale, come riservista. Nonostante la minaccia di morte da parte dei nazisti, il carabiniere non ha voluto rivelare dove si fossero rifugiati i partigiani che avevano battuto i tedeschi nella battaglia di Bosco Martese, la prima battaglia della Resistenza italiana. Per questo il 26 settembre 1943, solo poche settimane dopo l’Armistizio, fu fucilato insieme ad altri tre militari, uno di questi è Settimio Annechini di Fossacesia, concittadino della Dirigente Scolastica, che è stata in questo modo doppiamente colpita.
Un atto di eroismo che per molto tempo è stato dimenticato, ma ora grazie all’impegno delle associazioni partigiane, dei sindaci di Furci e di Vasto e della famiglia è tornato ad essere ricordato. La vita di Angelo Cianciosi fu stroncata a quarantadue anni, ma egli preferì sacrificare se stesso per la libertà del suo popolo e per i valori in cui credeva. Sono state rivolte varie domande dai ragazzi, tra le altre spicca quella di Angela Pardi che ha chiesto se il coraggio e l’abnegazione del carabiniere fosse dovuto a un sentimento personale oppure era stato inculcato dall’arma. Il colonnello Calabrò ha risposto chiedendo alla ragazza cosa ne pensasse lei, perché voleva conoscere il suo parere; Angela ha pensato che fosse un sentimento personale, che secondo me era la risposta corretta perché le persone giuste sono in genere persone umili e semplici che affrontano la vita e talvolta la morte con senso di altruismo e dedizione.
Il nipote del martire ha raccontato la vita di questo eroe, donata a difesa dei valori di libertà e indipendenza, e per questo il suo sacrificio sarà ricordato per sempre. Ora il paese di Furci intitolerà una strada e dedicherà una targa ad Angelo Cianciosi, simbolo e orgoglio per il suo paese, per la sua famiglia e per il corpo dei carabinieri.
Il sabato i ragazzi della scuola media si sono presentati in piazza con i loro insegnanti, dove li attendeva la preside con la bandiera della scuola che è stata affidata ad un alunno. Al temine della messa la banda ha iniziato a marciare verso la caserma, con un cerimoniale preciso che prevedeva di seguito i ragazzi delle scuole e le varie associazioni partigiane e alpine.
Erano presenti oltre alle personalità del giorno precedente altri alti esponenti delle forze dell’ordine dei carabinieri e i sindaci dei paesi vicini. Alcuni ragazzi hanno scoperto la palina di “Via Angelo Cianciosi”, nuovo nome dato alla strada vicino alla caserma dei carabinieri; poi sulla stessa caserma è stata scoperta la stele in onore di Angelo Cianciosi.
Dopo i discorsi dei sindaci di Furci e di Vasto, del nipote Claudio e di alcune autorità, è stato offerto un buffèt da parte della famiglia Cianciosi con la collaborazione del “circolo pensionati”.
Due memorabili giornate per omaggiare un piccolo-grande eroe di Furci, che da oggi sarà sempre presente nella nostra memoria.
Di Lello Federico e Di Silvio Domenico.