Mentre tutto il mondo, almeno quello cattolico, è in apprensione per le condizioni e la sorte del Pontefice Bergoglio, la comunità parrocchiale di Capracotta tira un sospiro di sollievo sempre in relazione al decorso clinico di un altro uomo di chiesa, il suo amato parroco.

Mancano i vescovi, sicuramente, e proprio per questo la diocesi triventina è stata accorpata a quella pentra “in persona Episcopi”, ma nei piccoli centri montani dell’Appennino ad essere ormai “merce rara” sono proprio i sacerdoti. Figure di riferimento dell’intera società locale, quasi degli psicologi di comunità, i parroci di montagna sono sempre di meno e quelli in “servizio” devono reggere le parrocchie anche in età avanzata, con tutti gli acciacchi e le complicazioni del caso.
E così a Capracotta è successo che lo storico e amato parroco, don Elio Venditti, si sia dovuto assentare per ben sei mesi, per comprovati motivi personali, lasciando la comunità religiosa senza un punto di riferimento. Il periodo difficile, per l’anziano sacerdote, è ormai alle spalle ed è pronto a tornare in trincea, dietro l’altare, forse proprio per l’avvio della Quaresima, che per la chiesa e i fedeli è un periodo “forte”, con lo spirito di del giovincello che da sempre lo accompagna.
«Carissimi tutti, – scrive il reverendo parroco annunciando il suo ritorno – dopo sei mesi di assenza dalla parrocchia, per motivi che voi ben conoscete, penso di riprendere al più presto il mio servizio in mezzo a voi. Intanto, un grande grazie di cuore a tutti voi che mi avete seguito ed accompagnato in questo periodo duro e difficile della mia vita. Spesso ho avvertito il vostro pensarmi e la vostra preghiera al Signore e alla Madonna di Loreto per me. Le vostre preghiere sono state esaudite. Ed eccomi, quasi pronto, per riprendere un nuovo cammino assieme a voi, per ringraziare il Cielo di tutti i benefici ricevuti e per affidarci a Dio con volontà e impegno. Ringrazio i confratelli sacerdoti, che in questo tempo di assenza mi hanno sostituito. Un grazie speciale va a Don Francesco, ai Padri Caracciolini, a Daniele ed Ennio e a quanti sono stati vicini alla parrocchia in ogni necessità».