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  • Intelligenza artificiale nelle città del futuro: ad Atessa la presentazione libro professor Fusero

    L’intelligenza artificiale e il suo impatto sulle città del futuro: la Banca di Credito Cooperativo Abruzzi e Molise, fedele al suo impegno di promuovere cultura, sviluppo e innovazione nei territori in cui opera, ha organizzato, in Casa BCC ad Atessa (Ch), un incontro dedicato a un tema di grande attualità. Nel solco della propria missione, che unisce il radicamento nei valori della cooperazione e della mutualità con una visione sempre proiettata al futuro, la BCC si pone come punto di riferimento per la crescita economica e sociale della comunità.

    Essere moderni nell’azione e antichi nella tradizione significa saper cogliere le opportunità offerte dall’innovazione senza dimenticare l’importanza dell’etica, della sostenibilità e del benessere collettivo. In questo contesto si inserisce la presentazione del libro “Hypercity. Intelligenza artificiale e città del futuro”, di Paolo Fusero, ordinario di Urbanistica e direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara.

    «Molte applicazioni dell’intelligenza artificiale sono già in corso, altre forse sono sovrastimate, ma non possiamo sottrarci all’opportunità-necessità di utilizzare i molti benefici che essa porta e al tempo stesso di comprenderne i rischi, soprattutto a livello etico e sociale. Non possiamo fermare il fenomeno, che è già ormai entrato nelle nostre vite, ma non dobbiamo farci travolgere da esso», ha detto Fusero. L’autore ha dialogato con l’avvocato Simona Auriemma. Sala gremita e presenti diversi sindaci, consiglieri regionali e anche il presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, oltre ai vertici della BCC, il presidente Vincenzo Pachioli e il direttore generale Fabrizio Di Marco

    «Anche se il concetto di intelligenza artificiale – ha evidenziato Fusero – sembra proiettarci verso scenari di un futuro lontano, in realtà la nostra quotidianità è già pervasa da una moltitudine di applicazioni che la utilizzano. Qualche anno fa, ad esempio, non avremmo mai pensato di parlare con un muro, fatto che invece oggi accade, ad esempio, quando usiamo l’assistente virtuale Siri… Quello che l’intelligenza artificiale ci riserva è da scoprire, ma è chiaro che il suo potenziale di sviluppo può condurre a scenari in cui l’integrazione uomo-macchina e la robotica avanzata potrebbero trasformare in modo ancora più consistente le nostre abitudini, le nostre interazioni sociali e il nostro modo di lavorare. Siamo solo all’inizio! Il progresso tecnologico è talmente rapido che la curva del suo sviluppo è esponenziale, rendendo molto complicato immaginare cosa potrà accadere in una prospettiva di lungo termine. Si tratta di un momento in cui la capacità umana di controllo dei fenomeni stenta a tenere il passo dell’innovazione tecnologica. E questo se da un lato affascina, dall’altro spaventa».

    Il libro, edito da Franco Angeli, «è un’esplorazione delle nuove possibilità che l’innovazione tecnologica ci mette a disposizione, ma vuole essere soprattutto un invito a immaginare un futuro in cui le città diventano centri di innovazione nella sostenibilità ambientale, nell’inclusione sociale e nella resilienza urbana, contando su una intelligenza artificiale “affidabile”, che possa dare supporto alle decisioni degli amministratori. In che settori? Nella pianificazione urbana, nei sistemi di gestione del traffico, nella mobilità sostenibile, nella prevenzione delle catastrofi, nella sicurezza, nella gestione dell’energia e nell’efficientamento energetico, nella raccolta e riciclaggio dei rifiuti. Su questa scommessa si gioca gran parte del futuro delle nostre città e del nostro pianeta».

    “Hypercity” si articola in quattro capitoli. Il primo fornisce i fondamenti di intelligenza artificiale, ricostruendone sinteticamente la storia recente e cercando di esaminare alcuni concetti chiave che permettono di farne intuire l’enorme potenziale in relazione alle possibili applicazioni sulla città. Il secondo evidenzia la vulnerabilità delle città rispetto alle grandi sfide del XXI secolo. Il terzo capitolo prova ad immaginare il ruolo dell’intelligenza artificiale nella città del futuro, introducendo la prospettiva di una evoluzione della smart city in una città «più complessa e intelligente, l’hypercity, in cui la tecnologia si combina simbioticamente con l’agire quotidiano dei suoi abitanti. L’intento è quello di far comprendere come le nuove tecnologie applicate alle attività urbane possano generare una “ipercittà” in cui l’intelligenza artificiale non è semplicemente integrata nei sistemi urbani, ma ne diventa elemento costituente, creando i presupposti per una trasformazione profonda dei modi d’uso della città stessa». Il quarto capitolo «si occupa di argomenti cruciali parlando di intelligenza artificiale: le sfide etiche e le implicazioni sociali che comportano le sue applicazioni». 

    «Nella nostra vita – ha rimarcato Fusero – siamo già pervasi dall’intelligenza artificiale. Nell’automotive, ad esempio.  L’intelligenza artificiale già da tempo ha rivoluzionato l’industria automobilistica, offrendo una vasta gamma di applicazioni per migliorare la sicurezza, l’efficienza e l’esperienza di guida. Inoltre, è presente nei sistemi di navigazione, con l’utilizzo di dati in tempo reale sul traffico, sulle condizioni stradali e sugli incidenti per calcolare i percorsi ottimali e fornire indicazioni precise al conducente. Anche il concetto di manutenzione del veicolo è stato rivoluzionato».

    Essa viene applicata sempre più nei campi della salute e della medicina, nell’e-commerce, nell’istruzione e formazione, nel lavoro (vedi lo smart working), nella finanza, nell’intrattenimento. Ha concluso Fusero: «L’intelligenza artificiale non è la panacea di tutti i mali, ma non è neppure male assoluto. La rivoluzione è ineluttabile e la dobbiamo governare». 

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