• Editoriale
  • Ma l’Erasmus non c’entra

    La notizia orribile della strage a Tarragona di giovani talenti europei, non può in alcun modo mettere in gioco il desiderio di Ulisse di “perseguire virtute e conoscenza”.

    Le analisi sono tante. Vi si sbizzarriscono oggi 22 marzo 2016, diecine e diecine di penne brillanti del giornalismo internazionale: il sonno improvviso di un autista troppo affaticato, forse i difetti di un pullman sgangherato, come le carrette del mare, maltenute da imprenditori di pochi scrupoli, il percorso di notte su una strada particolarmente insidiosa tra Valentia e Barcellona, insomma tante.

    Ma l’Erasmus con i suoi ormai già tre milioni di studenti europei, che hanno avuto la stessa esperienza (l’Italia ne ha accolto alcune centinaia di migliaia) rimane uno dei prodotti più belli della civiltà europea, ancora lentissima nel crescere e piena di spine e di vergogna contro lo spirito degli Spinelli, degli Schumann, degli Spaak, dei De Gasperi, dei Martino.

     Franco Cianci

     

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