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  • Orso, api e uomo: la convivenza pacifica è  possibile in Alto Molise. L’intervista al bear ambassador Pietrantonio Costrini

    L’apiario di Civitanova del Sannio “attenzionato” nei giorni scorsi da un esemplare affamato di orso bruno marsicano è stato messo in sicurezza in tempi record, ma la vera notizia è che questo animale selvatico, dallo «straordinario valore ecosistemico, al pari delle api», si sta diffondendo progressivamente su tutto il territorio dell’Alto Molise, lungo i cosiddetti corridoi ecologici che dal “cuore” geografico dell’Abruzzo, il massiccio dei monti Marsicani e il Pnalm, arrivano fino alle Mainarde e addirittura al Matese.

    Pietrantonio Costrini, biologo

    Se le istituzioni fossero rapide ed efficaci come l’associazione ambientalista “Rewilding Apennines” l’Italia e il sud della Penisola in particolare avrebbero il vento in poppa. Neanche il tempo di segnalare il danno, una predazione a carico di due arnie in un apiario in località Spelonga, sul territorio comunale di Civitanova del Sannio, che l’associazione in parola ha inviato sul posto una task force di volontari per l’installazione di un innovativo sistema di protezione delle api e, per logica conseguenza, dello stesso orso. Gli operatori sono stati coordinati sul campo dal biologo Pietrantonio Costrini, “Bear ambassador” di Rewilding Apennines. La nostra redazione ha avuto il privilegio di raggiungere telefonicamente il dottore Costrini proprio mentre erano in corso le operazioni di posa in opera della recinzione di protezione.

    «Abbiamo fatto un bel viaggio dalla Marsica all’Alto Molise, in compenso qui abbiamo trovato piena disponibilità alla collaborazione da parte dell’apicoltore di Civitanova del Sannio, che ci ha aiutati nella realizzazione della protezione delle sue arnie e ci ha anche invitati a pranzo. – spiega Costrini ai nostri cronisti – Il sistema installato e già funzionante è un recinto elettrificato su tre linee con un voltaggio di ottomila Volt, ma con un basso amperaggio, in modo tale da non poter arrecare danni all’orso, né rappresentare un pericolo per l’uomo in caso di accidentale contatto con la recinzione. Abbiamo utilizzato dei pali in legno, con materiali ecocompatibili dunque, e non di plastica come si faceva un tempo. Anche questa è una scelta ambientale non da poco. Questo sistema ha già dato prova di assoluta efficienza ed efficacia anche a distanza di tempo dalla posa in opera in zone dove la presenza dell’orso è molto più consistente rispetto all’Alto Molise».

    I costi della messa in sicurezza dell’apiario sono stati a carico dell’apicoltore che ha subito il danno da predazione da parte dell’orso?

    «Il sistema che abbiamo installato è stato fornito a titolo completamente gratuito dall’associazione “Rewilding Apennines”. – sottolinea il bear ambassador – Siccome ci siamo mossi dalla Marsica, un paio di ore abbondanti di viaggio, al fine di agevolare la tempistica realizzativa, abbiamo solo chiesto all’apicoltore molisano di farci trovare già installati i pali di sostegno in legno sui quali noi abbiamo applicato la recinzione elettrificata e fatti tutti i collegamenti elettrici».

    In questo modo, dunque, le oltre venti arnie dell’apiario sono state messe in sicurezza in tempi record, a soli due giorni dall’attacco, o meglio dalla predazione dell’esemplare di orso.

    Dottor Costrini, come si spiega la presenza di questo orso in una zona considerata al di fuori dell’areale classico che è situato ben più in quota in Alto Molise, tra Capracotta e San Pietro Avellana? «Questo che al momento è un primo caso isolato è la conferma che le azioni di conservazione e tutela posti in essere in questi anni stanno funzionando e anche bene. La popolazione di orso bruno marsicano è in espansione e si è giunti ad un livello molto vicino alla saturazione nell’area “madre” di questi animali selvatici. E’ possibile dunque che esemplari di più basso rango vengano allontanati e dunque si spostino sul territorio, anche percorrendo molti chilometri, per trovare nuovi areali sui quali insediarsi. Questa segnalazione e la presenza confermata a Civitanova del Sannio, dunque, non mi stupisce affatto, anzi è un elemento di soddisfazione per chi da anni si occupa di tutela e conservazione dell’orso bruno marsicano. Si tratta di una specie che in questi territori era endemica, esattamente come le api che, forse è opportuno ricordarlo, sono specie selvatiche che l’uomo, o meglio gli apicoltori, tentano di allevare e gestire per trarne reddito o per altri scopi. Api e orsi hanno sempre vissuto in questo territorio che va dalla Marsica al Matese e magari adesso stanno solo “ricolonizzando” il loro areale, certo trovando una realtà molto più antropizzata rispetto ai secoli scorsi. Tra l’altro sono due specie dall’elevato valore ecosistemico, che possono assolutamente convivere ponendo in essere queste minime e basilari misure di prevenzione, come nel caso del recinto elettrificato che abbiamo appena installato a Civitanova del Sannio».

    Coesistenza e conservazione, dunque, sia delle api mellifere, cruciali insetti impollinatori e sentinelle ambientali, sia dell’orso bruno marsicano. In chiusura di intervista abbiamo chiesto al dottor Costrini se dalle impronte lasciate sul terreno nei pressi dell’apiario predato fosse stato possibile farsi un’idea circa l’esemplare di orso che si aggira in zona, sesso, età e via elencando.

    «Dalle impronte sicuramente possiamo escludere che si tratti di una femmina con piccoli al seguito. Le orme non sono chiarissime, perché dilavate dalla pioggia, tuttavia credo si tratti di un esemplare erratico non troppo grande, piuttosto giovane, magari un subadulto, che sta cercando il suo territorio sul quale vivere». Un esemplare giovane, quindi, probabilmente proveniente dalla Marsica, dal Parco nazionale o chissà da dove, che ha scelto l’Alto Molise, e nello specifico la parte marginale verso sud, come suo areale. E proprio la presenza ormai conclamata di questi preziosi animali selvatici dimostra la qualità ambientale del territorio altomolisano. Ora la parola d’ordine è coesistenza pacifica tra l’uomo, con le sue varie attività anche da reddito, apicoltura, allevamento e agricoltura, e il plantigrado.  Insomma, tutto l’Alto Molise può diventare davvero una “comunità a misura d’orso”, che è il progetto di Rewilding Apennines che ha già coinvolto diversi sindaci di zona. 

    Francesco Bottone

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