Fu una sorta di miracolo di San Giuseppe, perché proprio nel giorno della festa del padre putativo per antonomasia, probabilmente l’uomo più paziente della storia dell’umanità visto il “casino” nel quale si è trovato implicato, l’Associazione nazionale Carabinieri di Agnone montò una tenda della Protezione civile regionale per il famoso “pre triage”. Correva l’anno 2020 e la pandemia da covid19 era alle sue battute iniziali.
Altrove gli ospedali venivano potenziati a suon di milioni di euro investiti in apparecchiature e personale, percorsi differenziati, nuovi macchinari e via elencando, interi reparti convertiti o creati dal nulla per la gestione dei casi covid. Per lo sgangherato “Caracciolo” di Agnone, invece, solo una tenda, non per gli indiani anche se l’Alto Molise è molto simile ad una riserva di pellerossa, una struttura da montare appunto all’esterno del nosocomio per permettere di gestire e trattare in sicurezza eventuali contagiati e soprattutto difendere il personale operante al suo interno. Una sorta di contentino dell’Asrem alla comunità altomolisana, di fatto inutile perché mai usata. Nessuno ha mai messo piede all’interno di quella struttura “pre triage”, salvo qualche sporadico caso isolato magari. Ora la super tenda si è afflosciata, abbattuta dal peso della neve e dell’incuria dell’Asrem. Ed è lì, crollata, rasa al suolo dalle intemperie, davanti all’ingresso dell’ospedale di area particolarmente disagiata, a rappresentare un potenziale pericolo oltre che a trasmettere un senso di abbandono e decadenza ormai metabolizzato dall’opinione pubblica altomolisana.
Quanto è costata quella tensostruttura? Denaro pubblico, ricordiamolo, uscito dalla tasche dei molisani. Non sarebbe il caso di rimuoverla, magari per liberare dei posti riservati agli invalidi e alle ambulanze e anche per evitare che possa ulteriormente danneggiarsi? Nei giorni scorsi la tenda ha avuto un attimo di notorietà grazie all’iniziativa di un consigliere regionale che si è lasciato intervistare proprio lì davanti, ma ora nasce il ragionevole sospetto che quella struttura resterà lì per mesi, se non anni, trasformandosi lentamente in un costoso rifiuto speciale.