• Editoriale
  • Palmira è caduta ma il vero obiettivo è Israele

    Palmira è caduta ma il vero obiettivo è Israele.

    Come era ampiamente prevedibile, gli uomini dell’Isis, hanno agevolmente occupato prima la periferica di Palmira (Tadmur) e, poi – mettendo in fuga l’esercito siriano, che loro resisteva, terrorizzato, più che obiettivamente inferiore, per potenza e per numero degli addetti (il terrore è uno strumento terribile di attacco dell’Isis) – hanno occupato il centro della città, definita anche come la “Venezia del deserto”.
    Hanno naturalmente terrorizzato, insanguinato le vie della città e sgozzato e decapitato soldati siriani.
    Subito dense colonne di fumo si sono elevate al cielo.
    Le prime meravigliose colonne del tempio di Baal sono cadute. La guerra contro la civiltà e la umanità tutta, contro la storia, contro le origini della storia, contro le grandi vestigia delle civiltà passate.
    Il direttore dell’Unesco lancia un grido di allarme.

    Mi viene in mente una ipotesi a dir poco terrificante, se si verificasse sarebbe davvero una apocalisse della storia, dal tempo di Re David ad oggi.
    Saddam Hussein aveva proclamato Israele, nemico numero uno di tutta la civiltà araba, coltivava da tempo, l’idea pervicace ed irremissiva, di attaccate Israele.
    Riuscì, infatti, a lanciare a Tel Aviv, qualche missile. La città rimase sconvolta, ma la reazione israeliana fu ampia e severa.
    Il mondo arabo, in particolare quello estremista, continua ad odiare Israele, lo considera come un corpo estraneo nella civiltà del Medio Oriente: Israele (come Cartago) “delenda est”.

    Ma Israele possiede mezzi militare eccezionali, compresa la bomba atomica, e, quindi, difficilmente assisterebbe passivamente ad un suo attacco potenzialmente annientante, basti immaginare cosa accadrebbe se Israele venisse attaccata dai missili e Gerusalemme fosse invasa dagli uomini dell’Isis.
    I monumenti di Gerusalemme, il muro del pianto, il Santo Sepolcro, le cupole dorate della cristianità, ma anche gli stessi minareti appartenenti a settori islamici diversi dall’Isis, potrebbero essere irrimediabilmente ed irrecuperabilmente perduti.
    In possesso di mezzi potentissimi, di risorse finanziarie derivanti dal mercato nero del petrolio, che riesce agevolmente a nidificare.
    Una strategia militare fuori del comune, lo strumento del terrore che è uno strumento di strategia militare di particolare efficacia, la caduta di Ramadi, nonostante la strenua difesa dell’esercito regolare di Baghdad; la caduta di Mossul, di Tikrit; la caduta, oggi, di Palmira e l’occupazione di metà della Siria, fanno ritenere, agli oscuri strateghi delle milizie, di potere ormai conquistare tutto il mondo medio orientale, la Siria, verosimilmente il Libano e, quindi, sferrare l’attacco finale ad Israele, il nemico storico numero uno del mondo arabo.

    Il mediterraneo, questa sorta di catino di acqua che diventa sempre più piccolo, oltre che periglioso, sarà in grado di difendere lembi sud orientali dell’Europa, dai bagliori di guerra del vicino medio-oriente?

    Sono ipotesi che ci fanno paura ma che in lungimiranza debbono stimolare particolare attenzione.

    Franco Cianci

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