Li abbiamo chiamati angeli, li abbiamo definiti eroi ma a fine mese migliaia operatori sanitari come infermieri, ausiliari, tecnici di laboratorio, radiologi amministrativi saranno semplicemente dei disoccupati. È l’ennesimo grido d’allarme che arriva dalla Uiltemp Abruzzo, la categoria dei lavoratori autonomi, atipici, temporanei e partite iva della Uil, che con l’avvicinarsi del 30 giugno – data di scadenza di numerosi contratti atipici – chiede alla Regione di prorogarli almeno fino al 31 dicembre.
«Il nostro pensiero – dice Maurizio Sacchetta, segretario Uiltemp Abruzzo – è per queste donne e uomini che hanno combattuto in corsia che hanno contribuito a salvare vite, che hanno lottato, pianto e sperato. Hanno rischiato anche loro di ammalarsi e qualcuno è stato colpito dal virus. Ma mai nessuno si è arreso o ha mostrato segni di cedimento. Sono lavoratrici e lavoratori che da oltre un anno e mezzo stanno evitando che il sistema sanitario non collassi sotto i colpi del Covid, con contratti prorogati ogni sei mesi, ogni tre mesi e a volta ogni mese se non addirittura ogni settimana. Fino all’ultimo che scade il prossimo 30 giugno. Poi dal 1 luglio appenderanno i lori camici o le loro tute e dovranno fare i conti con un futuro da riscrivere. Tutto questo non perché non siano necessari o professionali ma perché al loro posto saranno chiamati altri operatori sanitari attinti da una graduatoria derivante da un avviso pubblico: graduatoria a cui potrebbero partecipare di diritto proprio per riconoscimento del servizio reso alla popolazione abruzzese svolto in piena pandemia. Invece nulla».
Per Sacchetta, questi operatori «non si sentono né eroi né angeli ma lavoratori di serie B, veri e propri tappabuchi che, finito il periodo di massima emergenza, vengono messi da parte e lasciati al loro destino. Noi riteniamo che, visti i fondi stanziati dal Governo per contrastare la pandemia, la Regione può attivare per loro, in attesa di trovare un’intesa condivisa, le proroghe dei contratti fino al 31 dicembre, così come sta avvenendo in altre regioni. In Abruzzo sembrerebbe che la scelta sia altra, che non tiene conto di queste lavoratrici e lavoratori. Ben vengano le graduatorie, i concorsi e la massima trasparenza, soprattutto in sanità, ma si tenga conto di tutti i lavoratori e lavoratrici, perché le guerre tra poveri non servono a niente e a nessuno. Ci sembra solo un’ingiustizia sociale che queste donne e uomini vengano scartati nella più totale indifferenza dopo aver svolto un servizio che a volte è andato oltre il lavoro. Per queste lavoratrici e lavoratori chiediamo non più titoli come “angeli ed eroi” ma lavoro».
Uiltemp Abruzzo quindi chiede al Governo Regionale di porre rimedio a questa ingiustizia nei confronti di questi lavoratori e lavoratrici, e chiede un incontro urgente con l’assessore alla Sanità per trovare soluzioni condivise per garantire la continuità occupazionale.