Sicurezza: qui ci casco!
La sicurezza sul lavoro, tema scottante e interessante interpretato in modo creativo da un giovane triventino.
Lunedì 6 giugno si è svolta, a Roma, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, in via di Campo Marzio, 74 la XIV edizione del concorso nazionale “Primi in sicurezza”. All’iniziativa indetta dal- l’associazione ANMIL (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) e dalla rivista educativa “OKAY”, hanno partecipato quattromila scuole di ogni ordine e grado, di tutta la penisola. Durante la cerimonia, a cui erano presenti anche il presidente dell’ANMIL Franco Bettoni e il direttore della rivista “OKAY“ Roberto Alborghetti, si è affrontato l’importantissimo tema della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro, al fine di sensibilizzare i giovani ma anche i lavoratori adulti ad essere i primi tutori della propria sicurezza, limitando al massimo gli incidenti: fenomeno per cui la stessa onlus si batte organizzando e promuovendo, sistematicamente, numerose iniziative al fine di arginarlo. Differentemente dagli altri anni gli studenti hanno avuto la possibilità di scegliere e, di conseguenza cimentarsi, in quattro categorie espressive: grafica e disegni, testi e ricerche, video e web e rap. Per la consegna del premio ai vincitori dell’ultima categoria, l’artista rapper Skuba Libre, finalista del programma televisivo Italia’s Got Talent che ha fatto parte, insieme ad altri importanti ospiti del panorama nazionale, come l’onorevole Annamaria Parente, la cantautrice Mariella Nava e il presentatore televisivo Giovanni Mucciaccia, della commissione che ha premiato gli alunni. Trecento sono stati gli studenti presenti alla cerimonia nel prestigioso edificio e sedici le scuole vincitrici. Tra queste si è distinto l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Guglielmo Marconi” di Campobasso, unica scuola molisana premiata, grazie alla partecipazione del giovane rapper emergente di Trivento Francesco Ciafardini in arte Branco, che, guidato dalla Prof.ssa Concetta Gesualdo, per l’occasione, si è cimentato nella stesura del componimento: “Sicurezza: qui ci casco”. Il brano è stato accolto positivamente, considerando la ventata di novità, che ha portato l’introduzione della nuova categoria, dato che per i giovani la musica e soprattutto il genere rap, diviene uno strumento per diffondere messaggi di forte rilevanza. Il diciannovenne molisano, infatti, dice di servirsi delle sue parole proprio per seguire la sua passione e per dar voce, grazie ai suoi testi, a valori e temi volti a migliorare la società in cui viviamo, come è avvenuto in questo caso. Il panorama del rap, infatti, gli sta a cuore da tempo perché insieme ad alcuni amici Luigi (Konga), Enrico (Vaga) e Francesco (Moic) fa parte del gruppo: “Senza guinzaglio”, promettente e creativa fucina di questo genere musicale. Considerare il rap semplicemente un tipo di musica, però, potrebbe essere limitante se si pensa, appunto, che dietro ogni gioco di parole, velocemente scandite, può esserci un profondo messaggio. Nella canzone, infatti, vi è un invito esplicito, rivolto a coloro che fanno parte del mondo del lavoro, a prendere le giuste precauzioni per evitare disgrazie, come indossare il casco, proprio perché un piccolo gesto può salvare la vita. “Il lavoro non vale la vita, questo è il messaggio: indossa il casco”.
di Giulia Vasile