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  • Sopravvivenza dell’ospedale di Agnone: strada tutta in salita

    L’incontro tecnico con la Dott.ssa Marinella D’Innocenzo, tra Sindaco, Giunta Comunale di Agnone, Dott. Gelsomino De Vita, Dott. Claudio Cicchese, Dott. Giovanni Di Nucci, Dott. Renato Meo per la parte ospedaliera, Dott. Franco Di Nucci per Articolo 32, Sig.ra Enrica Sciullo per il Comitato il Cittadino C’è e il sottoscritto, è stato molto proficuo ed approfondito e, seppur ha lasciato un po’ di comprensibile preoccupazione, ha comunque permesso di capire meglio la situazione complessiva del presidio e dello stato dell’arte della sanità molisana.

    La prima certezza è che il Programma Operativo è quello che conosciamo tutti nell’ultima versione resa pubblica, ed è stato approvato per la parte sanitaria dal Ministero della Sanità, mentre persiste la trattativa con il Ministero dell’Economia per quanto riguarda la verifica delle coperture economiche, l’ammortamento del debito pregresso, la sostenibilità finanziaria certificata dell’intero piano, con ultimo invio di documentazione alla Dott.ssa Adduce l’8 marzo 2016. Il programma operativo non diviene ancora vigente per i noti problemi di affidabilità economica della Regione Molise, maturati in anni di inadempienze, in quanto, per il Ministero dell’Economia, si vuole capire fino all’estremo dettaglio come possa essere raggiunto il pareggio di bilancio entro la fine dell’esercizio 2018, dato anche il calo della popolazione (ad oggi 314.724 abitanti) e conseguente taglio della somma spettante da parte del Fondo Sanitario Nazionale. Tale partita, comunque, deve essere chiusa entro 60 giorni circa, senza possibilità di appello.  In base al programma operativo in corso di approvazione, comunque, la Regione Molise, in base all’attuazione della Legge 161/15 (legge finanziaria) e DM 70/2015 (Balduzzi) ha presentato già, prima tra le Regioni, riguardo al personale medico, carente gravemente in tutta Regione, la ricognizione sulle carenze  per la garanzia dei LEA, e quindi ha adempiuto alla procedura prevista per l’indizione dei concorsi di settore, che dovrebbero partire al più presto. In questo caso sarebbe utile la pressione della delegazione parlamentare presso il Tavolo Tecnico per sollecitare un rapido avvio delle procedure concorsuali, data la situazione di estrema criticità in tutti gli ospedali. In merito al personale, inoltre, le difficoltà sono state aggravate da una gestione dissennata del settore, con utilizzo anche improprio dei fondi per gli obiettivi di piano, con rottamazioni non necessarie e forzature perlomeno discutibili su figure non necessarie, senza avvalersi fino al 2014 della richiesta di deroghe di assunzioni al blocco del turn over per la garanzia dei LEA, con prima deroga richiesta e presentata solo nel 2015, che è stata negata purtroppo con l’impossibilità di procedere ad assunzioni con contratti a tempo determinato per la mancanza di graduatorie concorsuali, divieto di utilizzo della mobilità, e presenza nel Piano economico di debiti ingenti, a causa della situazione di quasi default dei conti (debito pari ad oltre il 60% del Fondo Sanitario Regionale) e unica possibilità concessa di assunzioni temporanee di personale da parte dell’ASREM con graduatorie per offerte di lavoro libero professionale. Una grande anomalia che ha portato il Tavolo Tecnico a valutare che in Molise vi sia un esubero eccessivo di personale per alcune categorie è stato dovuto all’inadempienza dell’ASREM all’utilizzo dei passaggi trasversali di qualifica del personale, per cui vi sono infermieri che oggi sono amministrativi, anestesisti in direzione sanitaria e via di questo passo, ma censiti nel precedente ruolo determinando esuberi fittizi e irreali.

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    In questo quadro, si pretende l’equilibrio assoluto di bilancio per garantire ogni virgola del piano operativo e le relative coperture. In una situazione del genere, far quadrare conti e servizi sanitari, la coperta è corta, molto corta. Anche per le assunzioni di personale futuro tutto deve essere calcolato al dettaglio per essere autorizzato. In questo senso la struttura, diretta dalla Dott.ssa D’Innocenzo, crede di essere riuscita a fare un lavoro immane e convincente, ma nei fatti si è con le spalle al muro e con quasi nulli margini di manovra. Passando al Caracciolo: la dott.ssa D’Innocenzo ha chiarito che trattasi di Ospedale di Area Disagiata come lo prevede il Decreto ministreriale n. 70 ma in maniera stretta. Che cosa significa: c’è il Pronto Soccorso (unito al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Isernia per la turnazione dei medici che sono quelli dell’organico del DM 30/01/1998 e quindi della specialità di Medicina e Chirurgia di accettazione e d’urgenza), rimane l’equipe chirurgica anche in pronta disponibilità, il Laboratorio Analisi di Base anche per gli esterni, la presenza dei tecnici di Radiologia con lettura degli esami a distanza dal Veneziale di Isernia, un reparto di 20 posti letto di Medicina Generale con 3 Day Hospital (quindi anche Reumatologia), e 3 Day Surgery indistinti (Chirurgico, Ortopedico, Oculistico potrebbero rimanere), ma non vi è la presenza degli anestesisti H24, ma solo a scavalco per la garanzia del solo Day Surgery/Chirurgia Ambulatoriale Complessa in elezione (quindi niente Week Surgery, anche se, come sottolineato dal Dott. Claudio Cicchese ce ne sarebbe la possibilità essendo presente personale e strumentazione laparoscopica e la norma lo consentirebbe). Il problema è quello della sostenibilità economica e dei costi: da calcoli veloci del sottoscritto, per garantire i 7 anestesisti necessari mancano coperture per 840.000 euro in base ai costi standard e la garanzia di un volume di attività di DRG chirurgici pari a circa 3.000.000 di euro., oggi impossibile, dato che gli ultimi dati del 2013 dovrebbero parlare di un volume DRG pari ad appena 1,5 milioni di euro circa.

    Comunque, la presenza dell’anestesista al solo mattino garantisce le attività rianimatore di emergenza nel presidio, l’eventuale effettuazione di TAC con mezzo di contrasto e la seduta operatoria solo in quelle ore in cui è presente. L’urgenza chirurgica e la rianimazione d’urgenza nel tardo pomeriggio, nei notturni e festivi non diviene possibile.

    Alla dottoressa D’Innocenzo è stata prospettata la situazione di imminente rischio di chiusura per mancanza di personale del reparto di Medicina: la soluzione proposta di urgenza fino all’espletamento dei concorsi  è quella di cooptare il nefrologo e il reumatologo nella gestione del reparto e/o nella pronta disponibilità, cosa che ha sollevato obiezione tecnico-pratico-organizzativa da parte del primario Dott. Giovanni Di Nucci. Altra possibilità, nelle more concorsuali, è l’assunzione provvisoria di medici con contratti di attività libero professionale, che contemplino la pronta disponibilità e quanto necessario, strada che si cercherà di percorrere. La D’Innocenzo ha concluso invitando a resistere per qualche mese il personale tentato dalla quiescenza, per dare tempo alla Regione Molise di indire i concorsi, completare gli organici, scongiurare la chiusura.

    Considerazione finale: non si può essere del tutto contenti perché la mancanza dell’anestesista H24 non assicura una piena emergenza urgenza; d’altronde, ci abbiamo visto giusto quando insieme agli altri comitati d’Italia riuniti a Volterra avevamo scovato nel DM 70 queste lacune nel Regolamento Balduzzi e abbiamo sollecitato il Parlamento e il Ministero della Salute a chiarirle con Decreto, e a questo punto chiediamo che la delegazione parlamentare lo faccia, anche a mezzo interrogazione; rimane la possibilità che essi siano previsti in unione con la Rianimazione di Isernia in turni di rotazione dal Veneziale presso il Caracciolo nell’atto aziendale; è possibile fare con i chirurghi un piano annuale che garantisca una Day/Week Surgery per DRG pari a 3 milioni di euro per l’intera Regione Molise in laparoscopia; è infine possibile costituire una Fondazione che contrattualizzi con l’Asrem l’assunzione a tempo determinato per 3 anni di anestesisti H24 presso il Caracciolo per un importo di 840.000 euro annui o con altre modalità convincenti e che assicuri l’ammodernamento tecnologico: ma qui dovrebbero intervenire tutte le attività economiche, tutti gli imprenditori, tutti i cittadini facoltosi del territorio a garantirlo se vogliono salvare realmente il presidio di Agnone come presidio di emergenza/urgenza. E sopratutto: i medici in servizio non dovrebbero ora abbandonare la nave… è questo l’ultimo appello.

     Don Francesco Martino

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