“Contratti milionari affidati senza gara d’appalto per circa trent’anni. Nel resto del mondo è impensabile, in Molise è possibile. È accaduto, nel silenzio più assoluto, per i servizi di mensa e pulizia nei nostri ospedali. Vi ho già raccontato di quanto è avvenuto intorno ai contratti stipulati a Campobasso, Termoli e Larino. Ma il racconto si fa ancora più incredibile nei nosocomi della provincia di Isernia”.
E’ l’incipit della nota stampa di Andrea Greco che continua il viaggio tra gli ospedali molisani dove si registrano anomalie in merito ai servizi non sanitari. In questa terza puntata, Greco si sofferma su quanto accade al Veneziale di Isernia, il Santissimo Rosario di Venafro e il San Francesco Caracciolo di Agnone.
“Bisogna tornare indietro nel tempo,e precisamente al 3 ottobre 1994 – sottolinea Greco – per trovare tracce del contratto tra le vecchie Asl di Isernia e Venafro e la ditta Team Service. Solo quando ho visto quella data ho capito perché l’Asrem ha aspettato la quarta richiesta di accesso agli atti prima di consegnarci il reperto storico. Dal documento, forse sbiadito forse oscurato in alcune parti, non è possibile leggere prezzi e durata del contratto. Di sicuro era scaduto da un pezzo, se consideriamo che sono passati più di 27 anni dalla sua firma. Dalle evidenze contabili siamo risaliti al costo annuale del servizio di pulizia, che si aggirava sui 565.000 euro per Venafro (pari a 47.000 euro mensili) e 673.000 euro per Isernia (53.000 euro al mese). L’appalto gestito dalla Consip a gennaio di quest’anno ha messo la parola fine all’affidamento diretto del servizio di pulizie anche per questi due ospedali. Restano però in piedi i vecchi contratti per gli altri servizi, come la mensa. Al Veneziale di Isernia e al Santissimo Rosario di Venafro il servizio mensa è stato affidato all’ormai noto Consorzio Nazionale Servizi, lo stesso che ha effettuato finora le pulizie a Campobasso, Termoli e Larino. Ancora una volta, si è proceduto con l’estensione di un vecchio contratto, senza gara d’appalto ad evidenza pubblica. Ma ad oggi, nonostante le richieste, non ci hanno ancora fornito quel contratto. m L’unico a nostra disposizione è datato 1999 e prevedeva un rimborso per singolo pasto di 9.000 lire. Secondo i nostri calcoli, la spesa complessiva si aggira tra 70.000 e 100.000 euro l’anno per il Ss. Rosario e 6-700.000 euro per il Veneziale. Chiaramente, le cifre variano a seconda del numero di degenti”.
Dopodiché, il capogruppo del M5S in Consiglio regionale, analizza il caso ‘Caracciolo, che a suo dire, rappresenta l’emblema di quanto raccontato sino ad oggi.
“Qui il servizio di pulizie – scrive Greco – è stato affidato alla cooperativa Tre Stelle nel 2009. La durata del contratto era di un solo anno, poi rinnovato di altri 12 mesi. Da allora sono passati più di 10 anni. In questo caso, non si sono neanche scomodati nel predisporre le proroghe. Ma il costo del servizio, 8 anni dopo la stipula del contratto, risultava addirittura raddoppiato: si è passati, infatti, dai 217.000 euro del 2009 ai circa 412.000 euro del 2017. Dopo l’appalto gestito dalla Consip, che ha rivoluzionato il servizio di pulizia in tutti gli ospedali molisani, solo il Caracciolo conservava l’affidamento diretto ai privati, grazie alla sospensiva ottenuta al Tar dalla Tre Stelle. Ad Agnone il servizio mensa ha rischiato più volte di finire in mano ai privati. Come ricorderete, io stesso mi sono recato sul posto e sono riuscito a far bloccare l’ennesimo affidamento diretto, che ci sarebbe costato almeno 10 mila euro al mese. Assurdo se pensiamo che al Caracciolo paghiamo del personale di cucina che naturalmente può svolgere al meglio quel compito”.
Infine, chiude: “Siamo giunti alla fine del nostro primo ciclo di approfondimenti sulle spese folli della sanità molisana. Dobbiamo ammetterlo: non è stato semplice tirare le somme in questa giungla di contratti, rinnovi e proroghe. Ma il nostro lavoro, chiaramente, non finisce qui. E dopo le nostre pressanti richieste, segnalazioni ad ANAC e approfondimenti minuziosi, siamo riusciti nel tempo a far avviare le procedure di gara su alcuni comparti, una cosa che ai cittadini può portare solo vantaggi. Oggi, con gli ospedali molisani al collasso, ci suona ancora più assurdo che non si siano fatte le gare d’appalto per beneficiare della concorrenza sul mercato ed ottimizzare le scarse risorse. Ma in fondo paga pantalone, cioè i cittadini molisani”.
Pio Savelli