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  • 118 demedicalizzato ad Agnone, Greco inchioda Saia: «Andiamo al Tar» (video – intervista)

    «E’ innegabile come l’Alto Molise venga puntualmente defraudato di servizi essenziali che finiscono per compromettere i Livelli essenziali di assistenza. Ora la domanda è questa: perché a pagare lo scotto maggiore è un’area montana, difficilmente raggiungibile, dove tra mille problemi resiste la presenza umana?».

    Richiama, sia pure senza farlo apertamente, la logica dei numeri, la sola che conta in termini elettorali, il consigliere regionale agnonese Andrea Greco, di fronte all’ennesimo scippo perpetrato ai danni non solo dell’ospedale cittadino, ma soprattutto dei residenti nelle aree interne dell’Alto Molise. La demedicalizzazione della postazione 118 del “Caracciolo” di Agnone alimenta il dibattito politico e sarà portata in aula, all’attenzione del presidente Francesco Roberti, dallo stesso esponente pentastellato.

    «La postazione del 118 di Agnone copre un’area di dodici Comuni e da lunedì primo aprile l’ambulanza per l’emergenza – urgenza non prevede più il medico a bordo. – spiega il consigliere regionale Greco – L’ultima “perla” dell’Asrem, che si nasconde dietro la carenza di personale, certifica l’opera di smantellamento di servizi essenziali al presidio ospedaliero di confine».

    Il tutto avviene, tra l’altro, in segno diametralmente opposto alle dichiarazioni e rassicurazioni di rilancio dell’ospedale cittadino arrivate, solo qualche settimana fa, da parte dello stesso presidente Roberti in visita tra i reparti del “Caracciolo” scortato dal sindaco Daniele Saia. «Il provvedimento, ancora una volta, – continua Greco – penalizza un’area interna dove risiede una stragrande maggioranza di over 80, ai quali di fatto vengono negate prestazioni urgenti come appunto quella del medico a bordo del 118. Nei giorni scorsi ho seguito con grande apprensione i passaggi dell’intera vicenda con la “soluzione finale” che resta insoddisfacente. Prevedere lo spostamento dall’ambulanza del 118 da Trivento verso Agnone è un modo schizofrenico per affrontare la questione e al tempo stesso danneggia entrambi i territori. La decisione presa dall’Asrem rischia in realtà di non assicurare la gestione delle patologie tempo dipendenti. Porterò la questione in Consiglio regionale come fatto per casi analoghi su altri territori».

    Il “Caracciolo” di Agnone viene definito e classificato “ospedale di area disagiata”, ma solo sulla carta, perché i fatti dimostrano il contrario: anche il medico a bordo del 118 è stato dimezzato, con l’ambulanza medicalizzata solo di giorno. Una follia in considerazione dell’orografia del territorio e la distanza di Agnone dal primo ospedale utile, quello di Isernia.

    «Il tema è serio – riprende il consigliere Greco – soprattutto se si considera che i camici bianchi presenti al “Caracciolo” fanno salti mortali per garantire la copertura dei turni, in particolar modo al Pronto soccorso dove a breve si potrebbe aprire un altro fronte. Infatti, se la situazione dovesse rimanere quella attuale, diversi medici del Pronto soccorso potrebbero decidere di gettare la spugna e andar via. Tutto ciò è inaccettabile, – insiste il consigliere regionale – perché l’Asrem se con una mano dà, vedi avvio dei lavori per la nuova Tac, con due toglie».

    «In una recente visita fatta in ospedale, il presidente Francesco Roberti ha detto che entro aprile una serie di servizi saranno ripristinati. – ci va giù duro Andrea Greco – Ad oggi, invece, si procede spediti con tagli a prestazioni fondamentali per il futuro. E allora, quanto tempo dovrà ancora passare affinché le parole del governatore si traducano in fatti concreti? In attesa che ciò avvenga invito il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, a mobilitarsi per tenere alta la guardia su quelle che, al momento, restano pseudo-soluzioni. A lui voglio ricordare come nel vicino Abruzzo i suoi colleghi di Gissi e Castiglione Messer Marino, dove l’Asl ha provato a tagliare analoghi servizi importanti, sono risultati vincenti con ricorsi al Tar o esposti alla Procura. – continua Greco – Avevo suggerito al primo cittadino di impugnare i provvedimenti innanzi al Tribunale amministrativo regionale perché è inconcepibile accettare la demedicalizzazione del 118 in un’area ultraperiferica del Molise.

    Così come sono intollerabili gli ultimi espedienti che riguardano l’ambulatorio pediatrico aperto un solo giorno a settimana, che non risolve la cronica mancanza del professionista di libera scelta ormai assente da oltre sette mesi. Ed ancora, quello che si verifica per il laboratorio Analisi, dove oltre all’obbligo di prenotazione, sempre l’Asrem, ha abbassato la soglia dei prelievi, passati dai circa cento a trentacinque al giorno. Una scelta anti economica che reca solo disagi alla popolazione. E che dire della definitiva chiusura delle cucine? Considerate le ultime scelte fatte dall’Azienda sanitaria regionale, quella dei Tribunali rimane l’unica strada da intraprendere, oltre ad una mobilitazione generale di un territorio che altrimenti sarà costretto alla definitiva estinzione. Io, come sempre, sono prontissimo a qualsiasi iniziativa che tuteli i cittadini e il diritto alle cure come sancito dalla Costituzione italiana. L’appello – chiude Greco – è organizziamoci in ogni sede. Facciamolo in fretta altrimenti ci faranno credere che tutto ciò che accade sia normale, quando in realtà di normale non c’è assolutamente nulla».

    Nel frattempo il consigliere regionale del M5S ha convocato per giovedì 18 aprile un’assemblea pubblica che molto probabilmente si svolgerà nella sala consiliare di Palazzo San Francesco a partire dalle ore 17,30.

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