«Interpello voi, Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marilio, assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e il Prefetto di Chieti, Armando Frangione, per le rispettive responsabilità, affinché prestiate la dovuta attenzione alla delibera n. 22, assunta il 27 agosto dal Consiglio comunale di Castelguidone – già trasmessavi – con la quale si segnala una situazione di gravità eccezionale che comporta conseguenze rilevanti per la tutela della salute pubblica dei cittadini di questo Comune e delle zone circostanti».
Inizia così la lettera, che è un appello e una denuncia allo stesso tempo, siglata da don Alberto Conti, parroco di Castelguidone e direttore della Caritas diocesana di Trivento, in merito alla questione medico di base nel piccolo centro montano del Vastese.
«Dal 1° settembre scorso, infatti, i cittadini qui residenti sono stati privati di un presidio decisivo per il godimento del diritto costituzionalmente garantito alla salute della persona: un bene indivisibile che, come ogni altro diritto, è tale da
essere compromesso ogni qual volta sia negato, fosse pure a un solo cittadino che ne vanti la titolarità. – spiega don Alberto Conti – Da quel giorno, dunque, il comune di Castelguidone si trova privo del medico di medicina generale e di un servizio ambulatoriale a causa del pensionamento, per raggiunti limiti di servizio, della professionista che ha ricoperto la funzione negli ultimi decenni. Il territorio di Castelguidone – come ricorda la delibera comunale – è caratterizzato dalla presenza di molte persone anziane di età, con difficoltà a spostarsi autonomamente e con patologie che richiedono una sorveglianza costante, che l’impervietà del territorio, la impraticabilità delle strade nella
stagione invernale, la mancanza di mezzi di collegamento facilmente accessibili rendono impossibile in assenza di un medico con ambulatorio all’interno del paese.
La sola iniziativa del sindaco che, nel sensibilizzare le Istituzioni preposte alla salvaguardia della salute dei cittadini, si è anche attivato per contattare medici disposti ad assicurare l’essenziale servizio, non ha portato finora a risultati. – aggiunge don Conti – La stessa delibera n. 22 del 27 agosto 2021, prima citata, sembra non aver scosso le Autorità cui è stata indirizzata, voglio sperare non per sottovalutazione della denuncia in essa contenuta. Sento, perciò, il dovere – come cittadino cui altri cittadini si rivolgono per trovare una voce più forte che si aggiunga alla loro nel rivendicare il ripristino di un diritto sottratto, ma anche come sacerdote, parroco e direttore della Caritas diocesana di Trivento, che è convinto che la sua attività di cura delle anime non possa essere pienamente adempiuta se non si fa carico anche del benessere fisico delle persone più fragili – di invocare il Vostro intervento, mosso da responsabilità civile e sollecitudine cristiana. Attendo, perciò, con ansia le Vostre risoluzioni: un Vostro atto, incisivo e definitivo, che, tempestivamente, restituisca serenità alla nostra comunità preoccupata e disorientata».
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