«Si è svolto in un clima di costruttivo confronto l’incontro tenutosi nei giorni scorsi a Roma alla presenza dei Ministri delle Politiche Agricole e dell’Ambiente Martina e Galletti e degli Assessori alla caccia delle regioni italiane avente come oggetto i conflitti di competenza legislativa tra l’Unione Europea, il Governo italiano e quello delle Regioni in materia di gestione della caccia, nello specifico, delle specie Tordo, Cesena e Beccaccia».
Così il Vice Presidente del Consiglio regionale Cristiano Di Pietro che, in qualità di Delegato alla Caccia, ha presenziato al tavolo in rappresentanza della Regione Molise.
«L’ampio dibattito – ha commentato Di Pietro – è servito a confrontarci con le altre regioni e con la posizione del Governo. Siamo ancora in una fase preliminare – ha spiegato – ma sono state poste le basi per avviare un percorso tecnico più ampio. Abbiamo chiesto che il Governo si faccia portavoce presso Bruxelles affinché l’Unione Europea utilizzi le stesse procedure per tutti gli stati membri evitando che si creino situazioni di squilibrio. L’Italia, infatti, a differenza di altri Paesi, ed in relazione alle chiusure del periodo venatorio appare quantomeno penalizzata e, in un certo senso, i nostri cacciatori sono discriminati rispetto ai loro colleghi europei. Sostenuto anche dalle altre Regioni, ho approfittato della presenza dei due Ministri per ribadire l’emergenza dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura e all’incolumità dei cittadini. La posizione generale è stata quella di dover adottare misure straordinarie. Spero – ha concluso il Delegato alla Caccia – che si affronti la questione nel più breve tempo possibile affinché si possa lavorare serenamente alla stesura del prossimo calendario venatorio rafforzando l’autonomia delle regioni nel rispetto della legge 157/92 e senza l’ombra incombente di possibili procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea».
Danni causati dai cinghiali, verso l’applicazione di «misure straordinarie»
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