“Grazie allo straordinario apporto investigativo dei Carabinieri dell’Arte, l’indagine ha consentito di accertare e frenare un’impressionante azione predatoria a danno del patrimonio archeologico del nostro territorio, della eccezionale ricchezza culturale di Canosa” ha affermato il Dott. Renato Nitti, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani.
“Un successo investigativo, che tuttavia dimostra in modo inequivocabile come il nostro territorio custodisca ancora incommensurabili tesori preda di tombaroli e trafficanti senza scrupoli. Su questo fronte e su quello dei recuperi all’estero sono impegnati costantemente i Carabinieri dell’Arte, che si giovano del sostegno concreto e fattivo del Ministero della Cultura italiano!” ha dichiarato il Generale di Brigata Vincenzo Molinese, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Nel dettaglio, è stato documentato come la consorteria si approvvigionasse di reperti archeologici, prevalentemente di carattere numismatico, mediante scavi clandestini eseguiti da squadre di tombaroli in aree campane, lucane e pugliesi, per la successiva esportazione illecita all’estero e immissione nel mercato illegale delle opere d’arte.
Nel corso dell’inchiesta sono stati rinvenuti e sequestrati complessivamente nr. 3586 beni archeologici, numismatici e ceramici in diverse regioni d’Italia (Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Lazio e Trentino Alto Adige), di valore storico artistico inestimabile e commerciale ingente, in eventi così suddivisi e di cui alle segnalazioni a cui si fa riferimento:
– Minervino Murge (BT) e Canosa di Puglia (BT): sequestro di nr. 1.234 (milleduecentotrentaquattro) reperti di cui nr. 748 monete in bronzo e argento; nr. 398 tra bracciali, anelli, fibule e medaglie in bronzo; nr. 35 pesi da telaio; nr. 29 elementi in pasta vitrea; nr. 24 tra brocche, olle, piatti, unguentari e miniature, riferibili verosimilmente al IV-III sec. a.C., oltre a nr. 2 metal-detector e attrezzature
per le ricerche clandestine;
– Ordona (FG): nr. 6 monete in argento, riferibili al periodo romano repubblicano (III-II sec. a.C.); nr. 3 monete in bronzo (asse e sesterzi), riferibili al periodo romano imperiale (I sec. a.C.), tutte con caratteristiche di rarità e pregio;
– Spinazzola (BT): nr. 179 (centosettantanove) reperti di cui nr. 125 monete in argento e bronzo; nr. 18 pesi da telaio; nr. 12 elementi in metallo; nr. 24 tra crateri a campana, stamnos, brocche, coppe, statuette, piatti, skyphos, epichysis, kantharos, vasi miniaturistici, lucerne e fusi ceramici, risalenti ad un periodo verosimilmente compreso tra il IV ed il II sec. a.C., oltre ad arnesi da scavo e nr. 2 metal-detector;
– Spinazzola (BT): nr. 2 metal-detector e altri attrezzi per lo scavo clandestino; – L’Aquila: nr. 91 monete archeologiche in argento di epoca II-I sec. a.C.; nr. 4 monete archeologiche in bronzo attestabile al II-I sec. a.C.;
– Troia (FG): nr. 25 monete archeologiche in bronzo di datazione tardo imperiale romana; nr. 1 oggetto fittile di datazione tardo imperiale romana-medioevale; nr. 3 metal-detector, nr. 3 coltelli e attrezzature varie per le ricerche clandestine;
– Ciampino (RM): nr. 364 monete archeologiche in argento e bronzo di epoca imperiale romana;
– Lavis (TN): nr. 1.679 (milleseicentosettantanove) monete archeologiche in argento e bronzo, di zecche magno greche, romane e bizantine, databili tra il IV sec. a.C. e il III sec. d.C.