Francavilla al Mare (Ch) – Si sono aperti ieri a Francavilla al Mare i lavori della quattordicesima plenaria della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse. Presenti partecipanti da tutti i continenti per proseguire il cammino verso l’unità dei cristiani. I lavori andranno avanti fino giovedì 22 settembre. In programma anche una concelebrazione eucaristica dei membri cattolici oggi, sabato 17 settembre, alle 17.00 nella cattedrale di San Giustino a Chieti, mentre domenica 18 alle 10.00 nel santuario del Volto Santo di Manoppello ci sarà una divina liturgia ortodossa. A seguire, alcune dichiarazioni rilasciate nel corso dell’incontro di apertura.
Cardinal Kurt Koch
Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani
“Dopo Amman, auspichiamo un documento condiviso che possa essere decisivo per l’unità”
L’incontro di questi giorni è la una continuazione di un grande dialogo tra la chiesa cattolica e ortodossa. Abbiamo avviato questo dialogo teologico per ritrovare l’unità e sono veramente contento di questa riunione plenaria della commissione: spero sarà stilato un documento conclusivo. Dopo la plenaria di Amman in Giordania, a settembre scorso, abbiamo fatto un comitato di coordinamento per preparare un documento su cui stiamo lavorando: oggi abbiamo fatto due sessioni divise, una cattolica e una ortodossa, e ora tutti i gruppi vogliono continuare con questo testo. È molto importante fare un messaggio pubblico: spero si arrivi a questo.
Mons. Job Getcha
Arcivescovo di Telmessos, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presso il Consiglio Ecumenico delle Chiese.
“Siamo i due polmoni di un’unica chiesa. Lavoriamo per approfondire le questioni che ci separano per superare le differenze”
È un incontro importante per ci consente di approfondire le questioni che ci separano per superare le differenze. Ciò che sperimentiamo vivendo insieme è che siamo due chiese molto vicine: come diceva Giovanni Paolo II, siamo due polmoni di un’unica chiesa. Ecco perché noi non solo ci attendiamo molti propositivi risultati da questo dialogo ma mettiamo anche una grande speranza.
Mons. Bruno Forte
Arcivescovo Chieti-Vasto
“Non un’uniformità che appiattisce ma sinodalità, cioè unità che valorizza le differenze nella comunione”
Il cammino del dialogo tra la chiesa cattolica e le chiese ortodosse nel loro insieme è iniziato ormai da più di trent’anni. Siamo ora in una tappa molto importante soprattutto perché essa si colloca dopo due incontri significativi, quello di papa Francesco con Bartolomeo e Kyrill. Noi stiamo discutendo in questi giorni la maniera in cui concepire l’unione futura delle nostre chiese per una via non di uniformità che appiattisce ma di sinodalità, cioè di unità che valorizza le differenze nella comunione che riconosca il ruolo unico del vescovo di Roma al servizio di tutte le chiese. Roma era la prima delle chiese della cosiddetta Pentachia, cioè delle chiese patriarcali del mondo antico (Roma, Gerusalemme, Alessandria, Antiochia, Costantinopoli), secondo un ordine riconosciuto anche dall’oriente ortodosso. E questo apre la strada non solo al riconoscimento reciproco della ricchezza spirituale delle due chiese sorelle, ma anche del servizio che il vescovo di Roma potrà esercitare per tutta la futura chiesa unita e in generale la comunione di tutti i cristiani.
S.E. Gennadios di Sassima
Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
“Lavoriamo sul primato del vescovo di Roma per arrivare ad un testo condiviso”
Dopo quarant’anni di dialogo, siamo nella terza fase. Ora lavoriamo su un testo che è stato elaborato nel 2014 in Giordania, ad Amman, da un comitato di lavoro e dalla commissione internazionale sul primato del vescovo di Roma. Poiché ci sono mille anni di storia della teologia, è molto difficile lavorare e studiare tutti gli aspetti nel dettaglio e, per questo, la commissione ha il mandato di approfondire gli aspetti che toccano il ruolo del vescovo di Roma. Tutti speriamo che questa riunione a Chieti possa portare ad un testo comune, soprattutto perché da Ravenna non ne abbiamo più elaborati. Speriamo che questa riunione posa essere il momento decisivo per gli anni che verranno. Essere qui è una benedizione di Dio.