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  • Standard degli ospedali di zona disagiata, Amato interroga il Ministro Lorenzin

    AGNONE – «Ho presentato con altri colleghi e in particolare con la sottoscrizione del Presidente dell’intergruppo per la montagna, Enrico Borghi, una interrogazione sullo standard degli Ospedali di zona disagiata. Abbiamo voluto, con questa interrogazione, richiamare l’attenzione sulla necessità di fissare degli standard per gli ospedali in zona svantaggiata, standard non indicativi, come dice il Decreto Lorenzin, ma che siano realmente un limite invalicabile alla disomogenea tendenza delle Regioni a non investire su queste strutture neppure per il minimo per assistenza e sicurezza».

    Inizia così il post della parlamentare del Pd, Maria Amato, con il quale il medico prestato alla politica annuncia la presentazione di una interrogazione al Ministro “competente” (si fa per dire, ndr) Lorenzin.
    «Non in tutti gli ospedali di questo tipo sparsi nelle diverse regioni, infatti, è prevista la figura del rianimatore h24, non per l’assistenza a day o week surgery ma per interventi di emergenza che le linee guida specifiche affidano esclusivamente a questa figura, un caso per tutti lo shock anafilattico. – continua la parlamentare – Zone svantaggiate, aree frequentemente di montagna con infrastrutture stradali che non consentono un trasporto adeguatamente rapido su gomma e non sono servite da un adeguato servizio di elisoccorso, che il più delle volte non copre le ore di buio. Il richiamo ad una figura apicale di struttura sottolinea che per sedersi con dignità al tavolo per la concertazione di budget, per difendere la presenza degli specialisti dalla “predazione di servizio” degli ospedali hub, è necessario che ci sia un responsabile della organizzazione della struttura in loco: frequentemente la gestione in remoto non consente risposte adeguate ai bisogni di salute in territori difficili, per persone, malati, che devono vedere rispettati i propri diritti, in una quotidianità, con servizi ridotti, con costi di vita più alti e che prestano, custodendo il territorio di aree fragili, a vantaggio della collettività».

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