AGNONE – La situazione sanitaria regionale in riferimento alle aspettative delle decine di migliaia di villeggianti che rientrano d’estate in Molise, ma anche lo svilimento del settore sanitario pubblico molisano a fronte di dodici anni di commissariamento, i vincoli posti dal decreto Balduzzi, i concorsi e gli avvisi pubblici che vanno deserti, la situazione ospedaliera e dei presidi sanitari compreso quello dell’Alto Molise.
Di questi temi si è parlato nel corso dell’incontro che ha avuto come protagonisti l’associazione di molisani a Roma, “Forche Caudine” e il commissario alla Sanità molisana, Angelo Giustini.
«Sono tante le persone anziane che da Roma, specie d’estate, non rientrano più nella terra d’origine perché mal presidiata in ambito di servizi sanitari» ha esordito il professor Luca Turrisi, tra i fondatori del conservatorio “Perosi” di Campobasso, raccontando come lui stesso manchi in Molise con la famiglia da quasi cinque anni «avendo riscontrato una drastica riduzione dei servizi a tutti i livelli, compresi quelli postali, bancari e commerciali in genere».
Gabriele Di Nucci, segretario dell’associazione, ha posto l’accento sulla «complicata situazione nei paesi dell’entroterra, quelli con i più alti tassi di emigrazione e con le maggiori potenzialità turistiche». «D’estate da Capracotta per ogni minimo problema di salute siamo costretti ad usufruire di ciò che rimane della sanità di Agnone» ha evidenziato.
Francesco Caterina, coordinatore del Comitato Imprese dell’associazione, ha ribadito come l’impegno per promuovere il territorio molisano risulti spesso vanificato proprio da «quell’inefficienza politica che ha concorso a collocare il Molise agli ultimi posti in Italia per infrastrutture e servizi, compresa la pessima condizione della sanità pubblica molisana».
Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione, ha manifestato soddisfazione «per la scelta di un commissario esterno dopo anni di governatori-commissari, i frutti del cui operato sono davanti agli occhi di tutti».
Importante l’apporto dei medici che operano nella città metropolitana di Roma. Il professor Massimo Persia, originario di Bagnoli del Trigno, responsabile del Sert di Tivoli-Guidonia, ha incontrato il commissario Giustini per trasmettergli un quadro aggiornato del campo delle dipendenze giovanili, tematica su cui il professor Persia ha di recente scritto un libro di successo. Il professor Pasquale Fruscella, originario di Campobasso, non avendo potuto partecipare all’incontro, s’è offerto di illustrare i progressi svolti nella ricerca antinvecchiamento e anticancerogenesi e in genere le innovazioni in medicina e chirurgia rigenerativa.
Il commissario Giustini, ringraziando l’associazione per la disponibilità e per la cordiale occasione d’incontro, ha ricordato come «il Molise venga da ben dodici anni di commissariamento e come la situazione della sanità molisana non sia certo delle migliori, salvo qualche eccezione, in primis Neuromed e Cattolica».
Ha quindi elencato alcune criticità, a cominciare dalla carenza di personale – in particolare anestesisti, rianimatori, radiologi, pediatri – con concorsi e avvisi pubblici che vanno deserti o calamitano professionalità che restano poco tempo in regione. Ha fatto poi il quadro poco edificante delle postazioni di primo soccorso e delle case della salute. Una situazione talmente complessa che anche i vari comitati di cittadini sorti in tutta la regione presentano istanze spesso in contrapposizione tra loro «e ciò non aiuta certo a risolvere i problemi» ha detto il commissario.
Uno dei nodi è rappresentato dal decreto Balduzzi che impone rigidi criteri da rispettare: una regione con 306mila residenti non sempre, purtroppo, riesce a garantire i “numeri” minimi: è il caso dei parti, dove se Isernia è nei termini di legge, Termoli è fuori.
Per poter ripartire, ha evidenziato il commissario, «serve innanzitutto pareggiare il bilancio». Quindi le idee non mancano, anche per un territorio così urbanisticamente parcellizzato come quello molisano.
In linea con la Strategia nazionale aree interne, il primo obiettivo è quello di valorizzare le “farmacie di servizi”. Ha spiegato il dottor Giustini: «In Molise ci sono circa 160 farmacie, di cui 130 in zone rurali. Questo presidio comunitario, a volte unico, potrebbe rafforzare il proprio ruolo di medicina preventiva e ambulatoriale, ad esempio con prelievi, analisi, elettrocardiogrammi. Parallelamente si potrebbe dare spazio alla figura dell‘infermiere di comunità. La Regione potrebbe inoltre rafforzare campagne di prevenzione, programmi di educazione sanitaria e l’assistenza domiciliare integrata».
E’ intenzione del commissario riqualificare e potenziare le sedici postazioni di primo soccorso, portandole a venti, nonché le auto medicalizzate con medico a bordo.
L’associazione, a chiusura dell’incontro, ha consegnato al commissario il proprio articolato documento ufficiale “Sanità in Molise, contrastare il declino” dove, dopo una panoramica delle criticità, vengono elencati tredici punti di proposte, redatti anche in sinergia con collaboratori dell’associazione residenti in Molise e particolarmente impegnati sul tema, come il professor Umberto Berardo di Duronia.