AGNONE. Due donne fuori dall’esecutivo (Annalisa Melloni e Linda Marcovecchio) per far posto ad una sola (Giovanna Gigliozzi): a Palazzo San Francesco è già polemica sulle quote rosa presenti nella nuova giunta nominata dal sindaco Lorenzo Marcovecchio che non rispetterebbe i termini di legge previsti. Come è noto, infatti, l’articolo 1 comma 137 della Legge Delrio, impone che negli esecutivi comunali con più di 3mila abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico. Nella fattispecie oggi al Comune di Agnone la percentuale non è raggiunta in virtù del fatto che in giunta sono presenti tre assessori maschi (Edmondo Amicarelli, Tonino Scampamorte, Pino Verdile), più il sindaco Marcovecchio, ed una sola donna (Gigliozzi). A sollevare il caso le opposizioni durante la conferenza stampa di fine anno. A riguardo Daniele Saia e Vincenzo Scarano promettono battaglia e non escludono di ricorrere al Tar Molise. “La decisione di Marcovecchio seppur deve essere ancora ufficializzata in seno al consiglio, è del tutto inspiegabile soprattutto perché in maggioranza è presente un’altra donna (Annalisa Cellilli, ndr) rimasta fuori dall’esecutivo – ammettono Saia e Scarano –. Deduciamo che il sindaco o non si fida della sua consigliera, oppure vuole portare lo scontro nelle aule di tribunale, in questo caso non ci sottrarremo”. Dal canto suo il primo cittadino non si scompone più di tanto e si appella ad una sentenza del Tar della Calabria che a settembre del 2019 dichiarava: “L’impossibilità di procede alla nomina di un assessore di sesso femminile deve essere adeguatamente provata e l’interpello finalizzato all’individuazione della persona a cui affidare l’incarico non può essere rivolto alle sole persone appartenenti allo stesso partito o alla stessa coalizione di quella che ha espresso il sindaco, soprattutto in realtà locali non estese, ma all’interno ambito territoriale di riferimento”. Insomma, Marcovecchio sarà costretto a dimostrare di aver tentato tutte le strade per rispettare la legge sulle quota rosa. Sulla vicenda nel 2016 ha detto la sua anche il Consiglio di Stato che afferma la necessità la quale provi in modo adeguato “quella situazione di obiettiva ed assoluta impossibilità di rispettare la percentuale di genere femminile nella composizione della giunta comunale fissata dal legislatore, condizione che, in una logica di contemperamento dei principi costituzionali che vengono in gioco costituisce il limite intrinseco, logico – sistematico, di operatività della norma in questione”, ossia del citato comma 137 della Legge Delrio. In definitiva la discussione approderà al prossimo consiglio comunale convocato per martedì 7 gennaio dove nell’ordine del giorno è stata inserita anche la mozione proposta dal consigliere Scarano in merito un presunto conflitto di interesse da parte del sindaco sulla realizzazione della centrale a biomasse, iniziativa di fatto sfumata dopo il parere negativo della Soprintendenza. A riguardo la società Agricola Circeo srl non ha presentato alcuna controdeduzione.
Quote rosa non rispettate, a Palazzo San Francesco esplode il caso
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