Con Fabio Prosperi sulla panchina del Campobasso, il Vastogirardi va alla ricerca di un tecnico che possa seguire le orme dell’allenatore abruzzese. Inutile dire che l’identikit tracciato è quello di un giovane ambizioso con capacità professionali che un campionato come la D richiede. E allora ecco che a pochi chilometri da Vastogirardi, divenuta di fatto la capitale calcistica dell’alto Molise, arriva il suggerimento. Da Agnone, il responsabile dell’area tecnica Alessio D’Ottavio, lancia un messaggio al patron dei gialloblu, Andrea Di Lucente: “Prendi la coppia Michele D’Ambrosio e Antonio Dell’Oglio, non te ne pentirai”.
In estate D’Ottavio, insieme al ds Paolo Scampamorte e al dirigente Mauro Marinelli, ci ha visto lungo e ha portato sulla panchina dei granata l’ex calciatore di Marcianise, Foggia e Ischia, nonché chi nel suo curriculum vanta una finale Uefa e l’aver francobollato un certo Maradona. E i risultati gli hanno dato ragione. Con un budget risicato e un manipolo di giovani, l’Olympia ha sfiorato il ritorno in quarta serie lottando fino alla fine con la supercorazzata Termoli.
“Credo che Michele – dice ancora D’Ottavio – sia pronto per il grande salto e con una spalla come Antonio potrà fare al caso del Vastogirardi che, nel corso degli anni, al di là dei soliti nomi, ha saputo intercettare tecnici emergenti”.
Uno di questi potrebbe essere proprio D’Ambrosio. “Ha la maturità giusta, conosce il girone e soprattutto ha dato prova di saper motivare e valorizzare elementi sconosciuti” aggiunge D’Ottavio, cugino d’arte.
Ora la palla passa a Di Lucente che nel frattempo, come prima mossa, intende sostituire il partente direttore sportivo Francesco Cangi. “Di Lucente non ha certo bisogno di consigli – riprende D’Ottavio – è una persona intelligente e soprattutto competente. Da solo e in pochissimo tempo è riuscito a creare un vero miracolo sportivo. Oggi, tra le tante proposte che gli arriveranno sul tavolo, sono convinto, potrà valutare anche questa”.
Intanto, D’Ottavio riavvolge il nastro della stagione che ha portato la ‘sua’ Olympia ad essere protagonista nel massimo campionato regionale. “E’ stato un torneo difficile e al tempo stesso avvincente. Ad inizio stagione mai nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su di noi, eppure, tra mille sacrifici, siamo stati capaci di fare grandi cose. Faccio solo un esempio: dopo 14 anni di serie D e una retrocessione, nessuna società avrebbe avuto la forza di rialzarsi e puntare alla vittoria finale. Basta consultare qualche statistica a livello nazionale. Ebbene, tra lo scetticismo generale, abbiamo sfiorato l’impresa naufragata solo a pochi metri dal traguardo. Non dimenticherei l’aver conquistato una finale juniores dopo 26 anni”.
E allora cosa è mancato, gli chiediamo. “Sicuramente una rosa più lunga e quel pizzico di esperienza che Termoli e Isernia avevano. Nel mese di dicembre con due-tre innesti di spessore potevamo staccare le concorrenti, ma più di qualcuno non ci ha creduto. Peccato”. La prima a non crederci è stata la piazza. Impossibile non citare quanto accaduto nel giorno della finale play-off regionale. Infatti, mentre l’Agnonese si giocava l’accesso alle fasi nazionali ad Isernia con al seguito una trentina di appassionati, la seconda squadra cittadina, i Donkeys, in uno spareggio salvezza di Promozione, a Trivento, catalizzava la presenza di oltre 150 tifosi. D’Ottavio, che significa? “Significa che questa è la dimensione del futuro. Lo dico senza paura di smentita. Con le attuali forze, Agnone non può permettersi un torneo di Eccellenza. Per conferma chiedete gli incassi registrati la domenica al presidente Mario Russo. Ce ne faremo una ragione o quanto meno me la sono già fatta”.
Nelle sue parole traspare amarezza. “Amarezza? Direi più delusione. Ma tant’è…” In definitiva l’anno prossimo tutti a Vastogirardi con la coppia D’Ambrosio-Dell’Oglio sulla panchina? “Sarò il primo a fare l’abbonamento”.
Parole che suonano d’addio alla causa del Grifo.