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  • Censitori di cinghiali scoprono bracconieri in azione

    I volontari impegnati nella seconda fase di censimenti degli ungulati non notano solo cinghiali e caprioli, ma anche una specie animale più numerosa e presente in maniera massiccia sul territorio: i bracconieri.

    Nella giornata di ieri e di sabato i selecontrollori abilitati dall’Atc Chietino-Lancianese sono stati impegnati nella seconda sessione di censimenti di cinghiali, propedeutica alla fase di abbattimenti che prenderà il via a giugno.

    Alcuni censitori, nella tarda serata di ieri, hanno notato, dalla propria postazione di osservazione, un’autovettura sospetta e subito dopo hanno udito distintamente due colpi di fucile. Gli stessi hanno lanciato l’allarme contattando il 1515 della Forestale, ma pare che nessuna pattuglia abbia raggiunto il posto segnalato. 

    L’episodio si è verificato nella zona costiera dell’Atc Chietino-Lancianese, in una località non meglio precisata, al momento, perché ci sono indagini in corso al fine di risalire ai bracconieri, ma comunque in agro di Ortona. Il fatto è stato denunciato alla Forestale che ha avviato le opportune verifiche.

    L’ennesimo atto di bracconaggio che sarebbe passato impunito se non ci fossero stati, operativi sul territorio, i censitori dell’Atc. E questa attività di controllo posta in essere dai censitori è forse all’origine delle resistenze e delle polemiche, interne al mondo venatorio, che stanno accompagnando tutta l’operazione di censimento e selecontrollo. Perché, invece di osteggiare e tentare di sabotare un’operazione basata comunque su criteri scientifici e perfettamente legale non si levano voci di protesta contro i bracconieri, che operano tutto l’anno e ovunque, senza piani di prelievo, indicazioni di sesso di età o limiti quali-quantitativi? Un fenomeno noto, illegale e pericoloso. 

    Gli abbattimenti operati continuamente dai bracconieri non intaccano il prelievo autunnale, quello a caccia aperta? Non vanno creare effetti negativi sulla struttura, densità o distribuzione delle popolazioni di cinghiali? Chi protesta per il selecontrollo che parte perché non denuncia i bracconieri?

    L’episodio sul quale ora indaga la Forestale è l’ennesima dimostrazione che le critiche e le resistenze al selecontrollo che partirà a giugno hanno un solo movente, sono dettate dal fatto che i selecontrollori sono di fatto concorrenti autorizzati, dunque legali, dei bracconieri.

    Questo e solo questo è il problema. Il bracconaggio fa comodo a molti, perché è un business che alimenta un fiorente mercato nero di carni che finiscono sulle tavole dei ristoranti senza alcun controllo sanitario. E, di contro, il selecontrollo romperà questo andazzo.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

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