“Il problema della presenza incontrollata dei cinghiali è stato ed è sottovalutato. Manca la esatta percezione della vastità delle conseguenze sul piano generale. Si tratta invece di una vera e propria emergenza nazionale. Gli ungulati che scorrazzano anche per le città costituiscono un problema di sicurezza pubblica per i cittadini indifesi, provocano incidenti stradali quando attraversano le strade anche a grande percorrenza. I cinghiali che invadono i campi coltivati hanno creato e creano danni enormi ai coltivatori distruggendo i prodotti della terra”.
Lo afferma il Vicepresidente Vicario nazionale Uncem e Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria.
“Anche a causa del proliferare dei cinghiali, gli agricoltori subiscono una decurtazione di reddito, perché vi sono meno prodotti da raccogliere e da rivendere. L’aggressività dei cinghiali porta a conseguenze assai più gravi e a livello più generale. Infatti, i produttori agricoli, non potendo trovare fonti di reddito e di sostentamento, saranno costretti ad abbandonare i loro terreni, come se già non bastassero altre cause di natura sociale ed economica a tutti note. Cresceranno, dunque, la desertificazione e lo spopolamento nei piccoli centri e dunque anche i terreni incolti. Le aree rurali, senza più la necessaria manutenzione garantita dal contadino, producono effetti devastanti a largo raggio che già oggi peraltro sono molto evidenti”.
L’abbandono dei campi costituisce un pericolo reale e concreto anche per i centri abitati. “Peraltro, con le politiche in atto che tendono a delegittimare Comuni, Comunità Montane e Province, cancellandole dal panorama istituzionale, vengono progressivamente a mancare quei presidi di governo del territorio necessari per i processi di tutela e rinascita delle aree rurali”, sottolinea il Presidente della Provincia di Benevento. “A soffrirne – prosegue Di Maria – è in particolare la dorsale appenninica che già oggi combatte contro lo spopolamento e la desertificazione. Non è possibile, non è responsabile, non è ammissibile che le Istituzioni restino inerti di fronte ad un quadro ci cause e concause così sconfortanti per la stessa tenuta del territorio e dell’ambiente. La lotta all’aggressività dei cinghiali non è un problema di natura meramente settoriale e relativo al solo comparto primario. Investe ormai lo stesso ordinamento della società civile nel suo complesso”.