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  • Covid-19, tamponi ed esami sierologici a tutti i 900 residenti in frazione Caldari

    ORTONA – «Facciamo un ultimo sacrificio, insieme, perché davvero ne vale la pena per mettere la parola fine al contagio da Coronavirus nella vostra comunità»: questo l’invito del Direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, ai cittadini di Caldari nel comunicare l’avvio di uno studio epidemiologico sulla diffusione del Covid-19 nella contrada di Ortona, che richiede l’estensione dei provvedimenti di “zona rossa” per il tempo necessario alla conclusione delle analisi, circa nove giorni a partire da domani, sabato 18 aprile.

    Il progetto è stato voluto dalla Direzione Asl alla luce del tasso di prevalenza (numero di positivi rispetto all’intera popolazione in osservazione) a Caldari pari a 1.610 per 100mila abitanti, mentre per il resto del Comune di Ortona è di 161 per 100mila abitanti; la provincia di Chieti, invece, si attesta su un tasso di 128 su 100mila abitanti. I deceduti a Ortona sono otto e tutti domiciliati in contrada Caldari.

    Nasce da questi numeri la decisione di sottoporre a tampone e analisi sierologica tutti i circa 900 abitanti della contrada, a partire da domani. Il Comune ha già messo a disposizione dei fondi di bilancio e una scuola per l’esecuzione del test e dei prelievi, che avverranno su chiamata per nuclei familiari, mentre le persone in sorveglianza sanitaria domiciliare e quelle impossibilitate a recarsi sul posto saranno visitati a domicilio.

    Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, mira a evidenziare potenziali soggetti asintomatici o paucisintomatici in grado di trasmettere l’infezione. A tale proposito l’intera popolazione sarà invitata, su base volontaria e nel rispetto della privacy, a installare sul proprio smartphone la app “Epic”, che permette di registrare in maniera anonima i contatti stretti che ciascun soggetto ha avuto negli ultimi 21 giorni con altri che utilizzano la stessa applicazione. Inoltre, le persone che risulteranno positive, incluse quelle che lo sono già, saranno visitate con cadenza settimanale fino alla guarigione. Durante ciascuna visita saranno prelevati tamponi naso-faringei e campioni di sangue ai positivi e ai loro familiari, così da comprendere al meglio la dinamica degli anticorpi nelle persone infette e testare l’affidabilità della sierologia quale metodo per individuare persone immuni e non più infettanti.

    Inoltre, qualora nelle abitazioni sottoposte a visita domiciliare fossero rilevati cani o gatti, dietro autorizzazione scritta del proprietario saranno eseguiti prelievi anche su di essi, al fine di ottenere informazioni utili sulla possibilità di infettarsi degli stessi animali.

    Le sessioni di prelievo saranno organizzate presso la Scuola primaria di via Dubbi con uno specifico percorso, con un’entrata e un’uscita, in modo da mantenere la distanza tra le persone.

    «Al momento del prelievo saranno consegnate anche tre mascherine chirurgiche a famiglia – sottolinea Schael – che la Asl ha deciso di fornire al fine di mettere in campo anche questa misura di protezione. Abbiamo adottato un progetto scrupoloso e impegnativo, che ci permetterà di identificare tutte le potenziali fonti di infezione ancora non rilevate e sollevare dall’incubo Covid-19 una popolazione duramente provata. L’Azienda sanitaria locale è pronta a fare la propria parte, ma ha bisogno della collaborazione dei residenti, sicuramente esasperati dalle rigide misure di contenimento in atto. Chiediamo loro il sacrificio di mantenerle solo per il tempo necessario alle indagini, che potrà essere anticipato qualora l’esito degli esami virologici evidenzi un trend favorevole con bassa prevalenza di tamponi negativi. Possiamo davvero mettere la parola fine alla trasmissione del contagio».

    «Questo progetto rappresenta un esempio di stretta cooperazione tra mondi della sanità contigui – aggiunge Nicola D’Alterio, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico – che mettono insieme competenze e visione epidemiologica riferita a un modello ristretto, al fine di contribuire a comprendere meglio il fenomeno Covid-19 e le modalità di diffusione. Un’esperienza che si annuncia di grande interesse, per la salute dei cittadini di Caldari e per gli elementi che emergeranno a fini di ricerca».

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