Parte dall’Alto Molise la staffetta del 10 dicembre, organizzata da ITRIA – Itinerari Turistico-Religiosi Interculturali Accessibili – con la Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise, il Comune di Castel del Giudice e la Regione Molise, la lanterna del dialogo (simbolo di ITRIA) che passerà nelle mani virtuali di quanti vorranno contribuire a portare luce e calore nella maratona progettuale che metterà a confronto molte menti sensibili e illuminate che da anni operano, a livello nazionale e internazionale sulle tematiche proposte dall’evento.
L’occasione è la giornata mondiale dei diritti umani che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.
Dalle ceneri è possibile risorgere. Così come è possibile, in una fase di crisi sanitaria, economica e sociale mondiale causata dalla pandemia, immaginare un nuovo futuro nel quale Accessibilità universale, Diritti Umani, Accoglienza, Dialogo interreligioso, Pace, Bellezza, Multiculturalismo, Rigenerazione, Pari opportunità e tanto altro trovino il giusto spazio valorizzando la centralità delle Persone.
Il confronto si aprirà sul tema del “Dialogo interreligioso e cibo”. Molti gli interventi previsti, tutti volti a evidenziare quanto e come il ‘convivio’ aperto a tutti , favorisca l’accoglienza, lo scambio di idee, il rispetto e la conoscenza. Quel dividere il ‘pane’ insieme, che apre alla possibilità di condividere anche le idee, è di fatto un processo che, ove ben avviato, è in grado di trasformare le comunità. C’è una sapienza del mangiare e del mangiare assieme, evidenziata dal nesso etimologico tra sapere e sapore: il gusto del mangiare assieme porta in sé un sapore di vita buona che va valorizzato anche quando riguarda tutte quelle persone che, per scelta o per necessità, devono eliminare qualche ingrediente dalla loro alimentazione (glutine, carne e pesce, latte, uova, grassi, sale, zucchero, ecc.) e pertanto si trovano a vivere una situazione di “esclusione”.
La sezione dedicata ai “Diritti umani, accoglienza e pace” entrerà nella sfera dei bisogni codificati e non, che quotidianamente condizionano la vita dei singoli cittadini. La diversità umana -quel valore di cui spesso si parla, ma che è ancora in alcuni ambiti fortemente disatteso, tralasciato, calpestato o affrontato in modo non sistemico- è stata fonte d’ispirazione in molte Carte di diritto nazionale e sovranazionale. La nostra stessa Carta costituzionale, nei suoi diritti fondamentali, affronta la questione legata alla diversità umana, imponendo il rispetto di essa e promuovendo il superamento degli ostacoli che potrebbero comprometterla o limitarla. Il recente documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune recita: “il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano grande parte del genere umano “.
Si chiuderà parlando di: “Accessibilità universale: centralità delle persone e delle comunità, bellezza e rigenerazione” come elementi chiave per orientare l’approccio progettuale e materiale nella costruzione di qualsiasi prodotto turistico-culturale e dei suoi servizi, facendo leva anche sulle componenti immateriali dell’attrattività, derivanti sia da significati religiosi e storico-culturali sia da elementi legati alla sfera dell’emozionalità.
La centralità delle persone è un valore aggiunto, per questo l’esigenza di progettare accessibile dovrebbe essere naturale, non percepita come un vincolo ma come una grande opportunità. La bellezza non come mera futilità, ma come aiuto importante per ritrovare una forma di equilibrio, il diritto alla bellezza come valore fondante dell’identità nazionale.
Tematiche importanti e universali, ma non certo utopie, è fondamentale, infatti, generare economia, ma senza venire meno ai principi sopra elencati, anzi farlo proprio attraverso i valori. I valori non devono rimanere “teorici” e beni immateriali, devono avere la capacità di mettersi in atto e generare valore, sia culturale che economico.
Si parlerà anche di sport paralimpico come punto d’osservazione privilegiato per evidenziare i veri principi dello sport come aggregatore di comunità, generatore di benessere non solo fisico, ma “palestra” di rispetto, socialità, accettazione di sé stessi.
Come il tedoforo porta la fiaccola – la teda – che contiene la fiamma sacra delle Olimpiadi, l’obiettivo della maratona è di illuminare il futuro portando una scintilla di conoscenza, con l’auspicio che possa arrivare lontano a rischiarare l’orizzonte.