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  • Guardia Costiera: dall’Abruzzo all’Egeo per soccorrere i migranti

    A partire dalla fine dello scorso mese di gennaio un equipaggio di mare e due equipaggi di volo della Guardia Costiera di Pescara, insieme alla motovedetta CP 322 di Lipari, sono stati dislocati rispettivamente presso le isole di Kos e Lesbo per prendere parte alle attività di ricerca e soccorso della vita umana in mare connesse al flusso migratorio che dalle coste turche si dirige verso le isole greche dell’Egeo orientale.

    La missione degli equipaggi pescaresi si inserisce nell’operazione Poseidon rapido intervento disposta e finanziata da Frontex, l’Agenzia europea per il coordinamento e il pattugliamento delle frontiere, in risposta alla richiesta avanzata dal Governo greco di potenziare la sorveglianza delle proprie frontiere nel mar Egeo e agevolare le pratiche di identificazione e registrazione dei migranti. Il Governo italiano, insieme ad altri Paesi dell’Unione europea, ha aderito al dispositivo predisposto per fronteggiare questa emergenza umanitaria attraverso l’impiego dei mezzi navali e aerei della Guardia Costiera. profughi in mare

    Così, su disposizione del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, il personale della Capitaneria di porto e quello della neoistituita 3a Sezione Volo Elicotteri di Pescara ha approntato in pochi giorni equipaggi e mezzi da inviare in missione. La prima a partire è stata la motovedetta d’altura CP 292, l’unità maggiore della flotta in forza alla Guardia Costiera di Pescara, equipaggiata delle migliori strumentazioni per l’attività di soccorso in alto mare e condotta da un equipaggio di otto militari altamente qualificati, affiancati, per l’occasione, da un sommozzatore e un soccorritore navale (un operatore addestrato per il recupero a nuoto dei naufraghi) in servizio presso la Guardia Costiera di Giulianova. La motovedetta ha mollato gli ormeggi dal porto pescarese il 18 gennaio e, dopo cinque giorni di navigazione, il giorno 23 ha attraccato al porto dell’isola di Kos, per iniziare il 25 gennaio l’attività di pattugliamento e le operazioni di intercettazione e trasbordo dei migranti.

    Qualche giorno dopo, il 30 gennaio, è invece decollato dall’aeroporto militare “P. Liberi” di Pescara, per rischierarsi sull’aeroporto di Mitilene presso l’isola di Lesbo, l’elicottero AW 139 GC “Nemo 11-05”, condotto da due equipaggi, costituiti ognuno da due piloti, un operatore di sistemi e un aerosoccorritore marittimo specializzato nel recupero dei naufraghi tramite verricello.profughi

    L’intensa attività degli equipaggi pescaresi impiegati nello scenario operativo greco si concentra per lo più nelle ore notturne, quando avvengono le partenze dei migranti dalle coste turche, ed è resa particolarmente complessa dalla difficoltà di intercettare le fatiscenti imbarcazioni di piccole dimensioni utilizzate dai migranti nelle loro traversate.

    Qualche numero per rendere l’idea dell’impegno operativo a cui i nostri equipaggi sono sottoposti quotidianamente. Da una parte la motovedetta CP 292 che in 25 giorni di attività ha effettuato 24 uscite a mare alla ricerca delle piccole imbarcazioni segnalate dai velivoli, per un totale di 255 ore di navigazione e 2.045 miglia, durante le quali ha intercettato 15 gommoni con a bordo complessivamente 180 persone, per lo più uomini di nazionalità pakistana e afghana. Una volta individuate, le imbarcazioni sovraccariche di migranti vengono avvicinate con una serie di manovre atte ad evitarne il ribaltamento nelle gelide acque dell’Egeo e gli occupanti vengono trasferiti a bordo, dove i militari provvedono a fornire loro coperte termiche, cibi caldi e acqua. sbarco profughiDall’altra parte, a Lesbo, l’elicottero AW 139 GC ha il compito di pattugliare il tratto di mare assegnato, individuare i gommoni dei migranti, intervenire direttamente con l’aerosoccorritore di bordo in caso di pericolo per gli occupanti e trasmettere le loro posizioni alle unità navali, per il successivo recupero dei migranti. In quasi tre settimane di attività i due equipaggi, che lavorano a turni alterni, hanno compiuto circa 45 ore di volo, durante le quali sono state soccorse circa 62 imbarcazioni per un totale di circa 2.100 migranti, poi recuperati dalle unità navali italiane e degli altri Paesi europei presenti nell’area (una motovedetta finlandese, motovedette greche e due svedesi).

     

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