Migliorare le attività di reclutamento e chiamata dei donatori, incrementare il numero delle donazioni e dei donatori per raggiungere gli obiettivi di autosufficienza regionale, fornire in tempo reale le informazioni al Centro regionale Sangue e all’Ufficio trasfusionale regionale per le loro attività istituzionali.
Sono gli obiettivi principali del progetto dell’Anagrafe dei donatori di sangue, illustrati questa mattina a Pescara dall’assessore regionale alla programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, dal direttore del Centro regionale Sangue, Pasquale Colamartino, dal presidente dell’Avis Abruzzo, Giulio Di Sante, e dalla dirigente del Servizio assistenza farmaceutica e Attività trasfusionali della Regione, Emanuela Grimaldi.
L’iniziativa, che è già in fase di attuazione, prevede l’entrata in funzione di una rete telematica regionale integrata – che avrà come hub il Centro regionale Sangue – che metterà in collegamento tutte le 120 organizzazioni territoriali e i servizi trasfusionali operanti in Abruzzo, nel quale confluiranno giornalmente tutti i dati dei donatori e della raccolta. Lo strumento consentirà alle associazioni di avere un filo diretto con i propri associati, verificando tempestivamente la loro disponibilità alla donazione di sangue ed emocomponenti. Servirà inoltre a monitorare continuamente la situazione delle scorte e a programmare eventuali interventi correttivi.
In Abruzzo, come nel resto d’Italia, dal 2015 al 2017 si è registrata una diminuzione costante del numero dei donatori, passati dai 36618 del 2014 ai 35571 dello scorso anno. Un trend influenzato da diversi fattori, non ultimo quello demografico, con un aumento consistente dell’età media della popolazione, che ha portato alla riduzione della platea dei donatori. Di qui l’avvio di una serie di iniziative messe in campo dalla Regione, che dopo questo primo progetto vedranno anche campagne di sensibilizzazione sul tema della donazione, rivolte in particolare ai più giovani.
“Sono particolarmente soddisfatto – spiega l’assessore Paolucci – del fatto che il progetto sia stato portato avanti con le associazioni, perché il collegamento tra le stesse associazioni e le istituzioni porta al rafforzamento delle iniziative, che possono contare sul coinvolgimento diretto degli attori territoriali. E poi fare rete garantisce sempre maggiore sicurezza e migliore qualità nell’interesse dell’utenza, senza dimenticare che la donazione del sangue rafforza l’intera comunità”.