AGNONE. Notte di fuoco, notte di passione, notte magica. Sui monti del Molise altissimo, l’Immacolata ha le sembianze delle lingue di fuoco della Ndocciata che scaldano ed emozionano un mare di gente accorsa ad Agnone per non perdersi uno spettacolo unico, possente, vibrante. Ventimila le presenze secondo le prime stime degli organizzatori, che ancora una volta, malgrado le polemiche dei pochi fondi a disposizione, hanno messo in campo uno sforzo sovrumano e garantito che tutto filasse liscio. Raggianti il sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio, versione portatore con otto elementi sulle spalle, e lo storico presidente della Pro loco, Giuseppe Marinelli al suo trentesimo compleanno a capo di quella che resta la maggiore associazione promotrice del rito.
“Bisogna fare di più e dare una maggiore attenzione ad un evento che non è più pensabile essere gestito dai volontari – afferma Marinelli al momento dell’accensione delle proverbiali torce -. La Ndocciata ormai ha assunto una dimensione di elevata risonanza e la dimostrazione, se ne fosse ancora bisogno, è offerta questa sera (ieri per chi legge, ndr) con gente arrivata da Brescia, Milano, Cagliari, Torino, Lecce, tanto per citare alcune città di provenienza dei visitatori”. Chiaro il riferimento alla Regione Molise, al governatore Donato Toma e all’assessore Vincenzo Niro, sul palco delle autorità nei pressi del monumento Libero Serafini. Assente ingiustificato (lo hanno intercettato ad Isernia), l’assessore regionale al Turismo, Vincenzo Cotugno che pure nelle ultime settimane ha ribadito l’importanza di tali manifestazioni. Forse si riferiva a quelle che si svolgono esclusivamente su Termoli e Campobasso, oppure Isernia e Venafro.
“Credo che questa sera il nostro governatore abbia davvero inteso il fenomeno Ndocciata e tutto quello che di buono può portare al Molise – ha detto il primo cittadino di Agnone – Ci siamo e ci saremo perché nonostante le difficoltà quotidiane il popolo altomolisano sa dimostrare il senso di appartenenza ad una terra che necessita di un rilancio concreto e fattibile solo con lo sforzo di tutti. Un grazie particolare ai tanti volontari, alle associazioni, forze dell’ordine, ai commercianti, ai singoli cittadini che collaborano affinché questo rito cresca di anno in anno”. Ad aprire la manifestazione la voce suadente della cantante, Nicole Massanisso che in filodiffusione ha cantato due pezzi da brivido di Ennio Morricone, “Your Love”, e Celine Dion, “O Holy Night”. Poi scena ai veri protagonisti, i portatori delle cinque contrade: Sant’Onofrio, Guastra, Capammonde e Capabballe, San Quirico e Colle Sente. Elementi da due, quattro, sei, otto, dodici, sedici fino ad arrivare, in chiusura, ai ventisei trasportati a spalla da Mario Di Ciocco e Alessio Marcovecchio.
Duecentotrenta chili di legname di abete che hanno spinto gli spettatori ad una standing ovation riecheggiante sul lungo corso di Agnone. Ad anticipare il corteo fiammante, per la prima volta i partecipanti alla 59esima edizione del presepe vivente che verrà proposto del Cenacolo Cultura Camillo Carlomagno, la notte della Vigilia di Natale. A fare da contorno tantissimi bambini e donne di tutte le età con abiti tradizionali ad offrire al pubblico i dolci tipici locali (pizzelle e ostie). Il resto lo ha fatto il fiume di fuoco che non ha tradito le attese. Bello, magnifico, scenografico, entusiasmante. I francesi direbbero chapeau.