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  • Petizione contro i profughi, D’Isabella: «Il numero totale di ospiti non aumenterà»

    CARUNCHIO – «Vedo che su alcuni organi di stampa locale viene annunciata la volontà di raccogliere firme mediante una petizione popolare per scongiurare l’imminente arrivo di altri 100 immigrati a Carunchio. Queste notizie infondate e false oltre che essere come al solito strumentali, destabilizzano un’ambiente già molto delicato per quanto concerne la situazione dei profughi».

    Il sindaco di Carunchio, Gianfranco D’Isabella, (in foto qui a destra, ndr) replica così all’annuncio della raccolta firme scattata in paese contro l’arrivo di nuovi profughi. Annuncio che è stato dato dal presidente del comitato Pro Trignina (nella foto in basso a sinistra, ndr), Antonio Turdògianfranco-disabella

    Si legge nella nota del sindaco: «E’ sicuramente singolare che una parte politica che si è sempre definita di sinistra prenda con tanta leggerezza una materia come quella degli immigrati, non avendo il minimo dubbio di verificare la veridicità di quello che si sta affermando, ricordando alla stessa fonte che già altre volte gli è capitato di dare notizie che poi sono risultate non vere, come l’occupazione del Parco Naturalistico Valle dei Sogni per la sistemazioni di nuovi immigrati, questa struttura più volte è stata difesa da questa Amministrazione cercando in tutti i modi di toglierla dalle mani di chi ne vuole fare altro o di chi non la utilizza con ricadute economiche o commerciali a beneficio della nostra comunità. Non ho mai espresso il mio pensiero sulla questione immigrati e sicuramente ne avrei di cose da dire soprattutto del ruolo dell’Italia e dell’Europa di una gestione che non ha nulla di logico che rende ancor più difficile il ruolo degli Amministratori locali lasciati senza risorse a dare risposte, senza parlare della contrapposizione tra la gestione degli immigrati e lo stato sociale in cui versano molte famiglie Italiane. Ma il ruolo che ricopro mi richiama ad una posizione di responsabilità tenendo fede a quelle parole pronunciate il giorno del mio insediamento di essere fedele e leale alla Costituzione e quindi ai suoi organi di governo come la Prefettura, ma questo senza però mettere in secondo piano i miei Concittadini ai quali nello stesso tempo ho giurato di servire.turdone
    Ecco perché qualche mese successivo ci siamo attivati per firmare con la prefettura un protocollo d’intesa per i lavori socialmente utili da far svolgere all’interno della nostra comunità, per evitare proprio che questi ragazzi non passassero le proprie giornate ad oziare ma svolgendo la propria attività al servizio della comunità che li ospita. Prima dell’estate abbiamo condiviso insieme alla Prefettura e la cooperativa Matrix di spostare 10 ragazzi dalla struttura dell’Hotel Vittoria in quella di un casolare poco fuori il centro abitato per cominciare un discorso di inserimento nel mondo lavorativo con la relativa sistemazione di circa 3 ettari di terreno rimasto incolto da tanti anni, qui i ragazzi sono chiamati alla responsabilità dell’autogestione economica e delle loro attività lavorativa, non credo che nella zona esista una realtà simile. profughi
    Ma veniamo alla struttura che dovrebbe contenere gli altri ragazzi, anche qui si è condiviso la possibilità di poter accogliere due nuclei familiari per un totale di 10 unità con bimbi in età adolescenziale che potrebbero frequentare le nostre scuole, il tutto lo si farebbe senza aumentare il numero complessivo di profughi sul nostro territorio ma diminuendo il numero all’interno della struttura dell’Hotel Vittoria. In più la struttura permette al pian terreno l’utilizzo di ampi garage per la nascita di attività lavorative in collaborazione con giovani del posto. Siamo i primi a sostenere ed affermare che il numero dei profughi all’interno della nostra comunità deve essere equilibrato e contenuto, che la loro presenza deve essere di utilità con una convivenza fatta di regole e doveri , non gioverebbe a nessuno avere un clima teso e contrapposto, quindi se si fosse svolto con responsabilità il divulgare notizie senza averne verificato la loro fondatezza, si sarebbe fatto un servizio serio all’intera comunità».

     

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