«Non hanno fatto le vaccinazioni nella nostra casa di riposo di San Bernardino perché siamo i più belli o perché abbiamo delle raccomandazioni politiche da far pesare». Vincenzo Scarano, a nome della proprietà della casa di riposo di San Bernardino di Agnone, replica così alle polemiche circolate in città dopo che una squadra di personale sanitario, arrivata da Isernia, nei giorni scorsi ha sottoposto a vaccinazione gli ospiti della casa di riposo insieme a parte del personale.
La precisazione di Scarano, per certi versi nemmeno necessaria atteso che l’indice di priorità delle persone e delle categorie da vaccinare le ha fissate il Governo centrale attraverso il Ministero della Sanità, si inserisce nel dibattito politico innescato dalle proteste dei sindacati in merito alla impossibilità per il personale sanitario in servizio presso l’ospedale “Caracciolo” di essere sottoposto a vaccinazione sul posto, ad Agnone. Il sindacalista della Cisl Fp, Bruno Delli Quali, aveva sollevato il problema.
«Ogni giorno il personale dell’ospedale di Agnone, usando mezzi propri e rischiando dunque senza alcuna copertura, deve raggiungere l’ospedale di Isernia per ottenere una vaccinazione salvavita contro il Covid che invece potrebbe essere effettuata tranquillamente ad Agnone». Sempre Delli Quadri aveva denunciato che la dirigenza dell’ospedale non aveva risposto alla formale richiesta da parte dell’Asrem di indicare una stanza, un ambulatorio idoneo alla somministrazione dei vaccini.
«Non serve mica una sala operatoria per fare un vaccino. – insiste Delli Quadri – Basta un ambulatorio, una stanza pulita, come ce ne sono sia in ospedale che presso la struttura adiacente dove generazioni di agnonesi sono stati vaccinati. Comunque il paradosso si raggiunge nel momenti in cui una equipe medica da Isernia parte per raggiungere Agnone o Capracotta e somministrare i vaccini agli ospiti delle case di riposo mentre, nelle stesse ore, il personale sanitario di Agnone fa la spola con l’ospedale di Isernia per ottenere lo stesso vaccino. Certo ci vogliono dei dirigenti davvero fantasiosi per escogitare queste modalità operative».
Al netto delle questioni organizzative dell’Asrem e del Dipartimento di prevenzione, che evidentemente non lo riguardano, l’avvocato Scarano tiene a precisare che «mi pare che le disposizioni prevedano la somministrazione dei vaccini, in via prioritaria, al personale ospite di strutture che nelle precedenti ondate epidemiche siano uscite pulite, senza contagi. Quindi, ripeto, – insiste Scarano – se hanno deciso di fare le vaccinazioni prima nella nostra struttura di San Bernardino è perché, evidentemente, siamo stati bravi in precedenza ad evitare contagi e a tenere il virus confinato all’esterno».
Chiarissima la posizione di Scarano, che in chiusura aggiunge: «Vorrei anche precisare, visto che qualcuno pare voglia prendersi dei meriti che evidentemente non ha, che la politica in questa fase di vaccinazioni non ha alcun margine di manovra. Hanno vaccinato gli ospiti della struttura perché questo era previsto nel disciplinare. Il resto è pura fantasia o mania di protagonismo».
Francesco Bottone