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  • Sedi Mibact: “In Molise 10 posti di lavoro bloccati per immobilismo istituzionale”

    La Regione Molise è l’unica in Italia ancora immobile sul bando che riguarda le sedi regionali del Ministero dei Beni culturali. Questo vuol dire impedire a dieci cittadini molisani disoccupati di trovare un’occupazione stabile”. Lo denuncia in una nota il portavoce del M5S in Consiglio regionale, Fabio De Chirico.
    “Il bando di concorso generale – riprende De Chirico – è stato pubblicato dal Ministero a fine febbraio scorso e ad occuparsene dovevano essere direttamente i Centri per l’impiego territoriali, previa pubblicazione di bandi a livello regionale e provinciale contenenti tutte le indicazioni per poter fare domanda. Ad oggi, però, la Regione Molise, più precisamente l’Agenzia Molise Lavoro – sottolinea – non ha avviato alcuna procedura di selezione richiesta dai segretariati regionali del Ministero. Tutte le altre Regioni, infatti, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, hanno pubblicato i bandi indirizzati ai candidati già iscritti alle liste di collocamento e hanno adottato modalità online per la presentazione delle domande. Quindi neanche i problemi legati al Covid avrebbero potuto ostacolare l’avvio delle procedure. Neanche la carenza di personale dei Centri per l’impiego dovrebbe rappresentare un problema data l’assunzione a tempo indeterminato di 30 nuovi collaboratori: assunzione comunque tardiva, giunta per altro una settimana dopo la mia denuncia pubblica”. Infine, conclude De Chirico: “Ritengo paradossale che il Molise sia rimasta l’unica regione d’Italia a non procedere con il bando del Mibact.
    Ho inviato una nota di sollecito al Direttore dell’Agenzia Molise Lavoro, affinché si provveda ad avviare la procedura per la formazione delle graduatorie o quantomeno a pubblicare sul sito istituzionale le opportune informazioni in merito alle cause di sospensione della procedura.
    È impensabile che una istituzione impedisca, con il proprio immobilismo, l’assunzione a tempo indeterminato di cittadini disoccupati, a maggior ragione se consideriamo che le sedi regionali dei Beni culturali necessitano di personale. Il tutto, in piena crisi economica ed occupazionale”.

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