«La crisi dei chip sta colpendo il settore automotive ormai da mesi. La carenza di semiconduttori ha pertanto avuto un impatto addirittura peggiore della pandemia da Covid-19 sulla produzione: nel giorno del tavolo automotive al ministero dello Sviluppo Economico, e a pochi mesi dalla presentazione del piano industriale, abbiamo appreso il dato di fatto certo, che la produzione nei sei stabilimenti italiani di Stellantis è diminuita del 46% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In gran parte il dato negativo è riconducibile ai differenti stop alla produzione causati dai problemi di fornitura dei semiconduttori. Noi chiediamo pertanto nuove garanzie, certezze occupazionali, produttive e per evitare che la crisi dei chip possa ritardare il debutto dei nuovi modelli del gruppo Stellantis».
E’ il commento del Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera a margine dell’incontro appena terminato tra Governo, Sindacati e Stellantis svoltosi a Roma al Mise alla presenza dei Ministri dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il ViceMinistro Gilberto Pichetto Fratin e il responsabile del Lavoro Andrea Orlando, per Stellantis invece presente Davide Mele, referente per l’intera area Europa.
«Quanto avvenuto oggi ha rappresentato per l’Ugl si un segnale dell’impegno di Stellantis in Italia ma, vogliamo ancora capire bene e entrare nei dettagli sito per sito, se ci saranno esuberi del personale e di capire bene se ci saranno delocalizzazione di produzione verso altri paesi. La decisione su Grugliasco segue l’annuncio della riorganizzazione su Melfi, primo stabilimento a cui è stata assegnata una delle nuove piattaforme produttive del Gruppo per i modelli elettrici ed ibridi, e la decisione di costruire a Termoli, focalizzata attualmente sulla produzione di motori endotermici, la gigafactory che sarà installata in Italia e, anche su tale sito vogliamo delucidazioni chiare. Il polo di Torino, grazie alla salita produttiva della Fiat 500 elettrica, è l’unico stabilimento italiano, insieme a Modena, che probabilmente riuscirà a chiudere la produzione con volumi più alti rispetto al 2020, l’anno nero del Covid ma l’Ugl vuole chiarezza su quanta e quale produzione effettiva di auto 500 sarà prodotta. L’Ugl metalmeccanici – conclude Spera – ribadisce quindi di proseguire in questo dialogo, di volere confronti mirati da subito a partire da Mirafiori e per ogni altro singolo sito italiano, con l’obiettivo di costruire assieme a tutte le parti sociali le condizioni per garantire un futuro luminoso condito da garanzie, certezze occupazionali e produttive che ad oggi per l’Ugl non si intravedono».