La coltivazione per uso personale di canapa potrebbe essere resa legale grazie a un’iniziativa legislativa che ha superato il primo esame alla Commissione di Giustizia della Camera
L’introduzione della normativa sulla cannabis light, avvenuta nell’ormai lontano 2016, ha costituito una prima vittoria per coloro che da tempo chiedono alle autorità di rivedere il proibizionismo che ha sempre caratterizzato questa pianta a favore di politiche più liberali.
In seguito a questa norma rivoluzionaria il mercato nostrano ha conosciuto l’introduzione di una grandissima varietà di prodotti a base di cannabis legale acquistabile online o presso gli store fisici.
Tuttavia, per numerosi italiani non è ancora abbastanza: in tanti chiedono a gran voce provvedimenti che liberalizzino anche la produzione e la compravendita della cannabis ad alto tenore di THC.
Una nuova proposta di legge, il ddl Magi-Licatini, è stata presentata lo scorso anno in Commissione di Giustizia (superando questo primo esame) proprio al fine di accogliere queste richieste.
Quali sono le proposte del nuovo disegno di legge?
Il ddl in questione propone varie modifiche normative in direzione di una progressiva legalizzazione della cannabis.
Ecco i punti principali del nuovo disegno di legge:
- depenalizzazione della coltivazione domestica di cannabis per uso personale per un massimo di 4 piante femmine. La specifica del genere dell’esemplare è legata al fatto che solo gli esemplari femminili sono in grado di produrre le infiorescenze contenenti THC, il principio attivo causa degli effetti psicotropi della canapa;
- la riduzione delle pene previste per chi commette reati legati al cosiddetto ‘piccolo spaccio’. Attualmente la normativa disciplina tali illeciti punendoli con un massimo quattro anni di detenzione. Il ddl propone la riduzione a due anni e due mesi;
- nel contempo, l’inasprimento delle pene previste per chi commette reati di particolare gravità come lo spaccio verso i minori;
- si propone anche l’istituzione nelle scuole di primo e secondo grado di una giornata nazionale dedicata a sensibilizzare i più giovani nei confronti dei danni causati dal tabagismo, dall’alcolismo e dal consumo di droghe.
Si tratta di proposte interessanti che contribuirebbero a mettere un po’ d’ordine in una normativa fumosa e poco chiara come quella che disciplina la cannabis. Tuttavia, il ddl non è ancora approdato in Parlamento e, vista l’attuale situazione politica italiana, è difficile credere che possa proseguire il suo iter per diventare una legge a tutti gli effetti.
In attesa di ulteriori sviluppi rispetto al nuovo disegno di legge, vediamo brevemente qual è la posizione attuale della legge italiana rispetto alla coltivazione della cannabis.
L’attuale normativa italiana sulla coltivazione della cannabis
Attualmente la normativa italiana vieta la coltivazione di cannabis ad alto tenore di THC. Questa pianta, infatti, rientra nel novero delle sostanze psicotrope considerate illecite in base al dettato del cosiddetto Testo Unico sugli stupefacenti, nome con il quale è noto al pubblico il DPR 309/90.
Un altro discorso va fatto, invece, per quanto riguarda la cannabis legale.
Questo termine è nato in seguito alla promulgazione della legge n. 242 del 2 dicembre 2016 in base alla quale è stata depenalizzata la coltivazione delle varietà di canapa inserite in uno specifico elenco compilato dall’UE e destinate all’uso industriale.
Secondo tale norma, le piante devono contenere una concentrazione di THC non superiore allo 0,6% e devono essere utilizzate esclusivamente per ricavarne determinati prodotti tra i quali:
- fibre tessili;
- oli e combustibili;
- alimenti;
- cosmetici;
- prodotti di bioedilizia.
Anche lo status legale della cannabis light non è stato ancora pienamente definito
C’è da dire che la legge 242/2016 ha permesso di promuovere efficacemente la filiera agro-industriale della canapa ma, allo stesso tempo, non è stato accompagnato da ulteriori norme che disciplinassero con chiarezza tutti i possibili utilizzi della cannabis light.
E questo ha creato molta confusione tra i consumatori.
Parliamoci chiaro: con l’introduzione della legge sulla cannabis light, di primo impatto sono stati tanti gli italiani soddisfatti della possibilità di consumare prodotti a base di CBD (il cannabidiolo, principio attivo della canapa legale) per sfruttare le proprietà rilassanti di questa molecola.
Tuttavia questa possibilità non è mai stata normata apertamente e la legge attuale non permette ancora il libero consumo di prodotti come le infiorescenze di cannabis light o il popolarissimo olio di CBD, quest’ultimo utilizzabile solo tramite applicazione topica.
Di contro, in questo campo l’Unione Europea si è schierata apertamente in favore dei prodotti a base di cannabidiolo quando, nel 2020, la Corte di Giustizia dell’UE è intervenuta nei confronti dello spinoso caso Kanavape dichiarando che nessun Paese della comunità può impedire la libera circolazione di questi stessi prodotti quando risultano pienamente conformi alle normative della nazione di provenienza.
Di conseguenza possiamo aspettarci che, con il passare del tempo, i membri dell’Unione, Italia compresa, agiscano in modo da allinearsi a tali considerazioni abbandonando gradualmente le politiche proibizioniste.
In conclusione
In questo articolo ti ho spiegato quali sono le proposte inserite nel nuovo ddl e qual è la situazione attuale della normativa italiana sulla coltivazione della cannabis. In base alla legge nostrana questa pratica è consentita esclusivamente quando riguarda esemplari a ridotto contenuto di THC, conosciuti popolarmente come canapa light.
Non c’è dubbio che, sia per quanto riguarda la cannabis legale, che per quanto concerne quella ad alto contenuto di THC, la legislazione presenta ancora diversi punti oscuri che mettono in difficoltà i cittadini e che andrebbero colmati il prima possibile.
Il ddl di cui abbiamo parlato potrebbe essere un primo passo verso questo obiettivo?
Non lo sappiamo ancora. Fino a quel momento gli appassionati del mondo della cannabis dovranno limitarsi ad acquistare i loro prodotti preferiti presso i tanti rivenditori di canapa light presenti sul territorio e sul web, come il noto eCommerce Justbob, che offrono articoli legali totalmente in linea con la normativa vigente.
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